Se siete tra quelli che attendono trepidanti l’arrivo di una soluzione di Jailbreak per iPhone e iPad, forse dovreste contemplare l’ipotesi della rassegnazione. È il consiglio di Jay Freeman, il creatore di Cydia.
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Sono passati 351 giorni esatti dal giorno del rilascio dell’ultimo Jailbreak (untethered) per iOS, e da allora gli utenti sono rimasti in attesa. La questione tuttavia non riguarda soltanto le difficoltà tecniche, che pure sono diventate monumentali, ma anche la semplice convenienza. Anche fosse possibile, afferma Freeman, non dovreste fare il Jailbreak. Ecco perché.
Tutto è iniziato 10 anni fa, quando non c’erano app di terze parti, e iOS era ancora pieno di limitazioni; al tempo, Nicholas Allegra (conosciuto come Comex), Jay Freeman (Saurik) e Michael Wang iniziarono a lavorare per scardinare la gabbia dorata in cui erano costretti gli utenti della mela. Le utility di Jailbreak si susseguivano a stretto giro di posta, e talvolta si disponeva di più strumenti contemporaneamente, tanto da poter scegliere il preferito.
Ma iOS è diventato sempre più complesso, ricco di feature, e anche meno limitato; e in più, Apple ne ha irrobustito la sicurezza al punto in cui le falle diventano sempre più rare e sempre più complesse. A questo aggiungente che, se volesse, un hacker potrebbe vendere le falle scovate per milioni di dollari, e dunque ha pochissimo interesse a perseguire la causa delle comunità online. E così, è finita che molti degli hacker storici sono passati armi e bagagli a lavori full-time per le società di sicurezza; l’ultimo ad abbandonare le scene è stato Luca Todesco, con un tweet inequivocabile.
Ma c’è un’altra questione: quando si effettua il Jailbreak si mette a repentaglio la sicurezza del dispositivo e la propria privacy. “Questo,” chiosa Freeman, “si traduce in una sorta di spirale della morte, per cui sempre meno persone hanno interesse a effettuare il Jailbreak, e dunque sempre meno lo praticano, il che a sua volta porta sempre meno sviluppatori a lavorarci su. E alla fine, muore da sé.”