Ora che, con iPhone X, Apple ha abbandonato l’impronta digitale in favore del riconoscimento del volto, la concorrenza segue a ruota. Il futuro è Face ID, anche sui telefoni Android.
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Apple ha provato per mesi -forse anni- a infilare il Touch ID nel display di iPhone X ma alla fine ha dovuto capitolare, e passare ad una tecnologia completamente nuova. Face ID riconosce i tratti del volto, ed è una tecnologia infusa di magie di machine learning che consentono di identificare qualunque utente anche se cambia acconciatura, indossa un cappello o si fa crescere la barba.
È qualcosa di molto sofisticato, che i competitor non riusciranno ad eguagliare per almeno un altro paio di anni. Ma ha anche un’altra caratteristica: segna, volente o nolente, la strada che l’industria high-tech percorrerà nei prossimi anni.
Secondo Ming-Chi Kuo di KGI Securities, l’industria cesserà di concentrarsi sul riconoscimento delle impronte integrato nel display, per spostare gli investimenti sulla biometria del volto:
Mentre il riconoscimento dell’impronta su display rappresenta solo un aggiornamento di specifiche rispetto alle soluzioni capacitive, i sensori 3D incarnano un’esperienza utente rivoluzionaria che garantisce margini lordi migliori. La tecnologia dei sensori 3D non soltanto consente il riconoscimento facciale nelle applicazioni di sicurezza; in più permette agli utenti di creare divertenti espressioni facciali come gli Animoji di Apple, ma ancora più importante, consentono lo sviluppo delle tecnologie di Realtà Aumentata. Riteniamo dunque che i produttori siano più inclini a investire su componenti relativi a questa feature.
In altre parole, nei prossimi due o tre anni, non soltanto tutti i modelli di iPhone adotteranno la TrueDepth Camera, ma anche il mondo Android abbraccerà il riconoscimento ottico a scapito del sensore di impronte nel display. La rotta è ufficialmente segnata, e al timone -anche stavolta- c’è Apple.