L’avevano promesso, e l’hanno fatto davvero. Apple ha iniziato a collaborare attivamente con gli altri produttori, pubblicando i suoi più recenti studi in materia di guida autonoma.
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Mesi fa, Apple aveva chiesto collaborazione; moltiplicare le ricerche sulla guida autonoma, infatti, ha lo svantaggio di diluire le risorse e rendere più lungo e dispendioso il progetto per tutti. Di lì la decisione, venuta a dicembre 2016, di consentire ai suoi scienziati di condividere i risultati degli esperimenti. Una notizia storica, in un certo senso, considerata la segretezza proverbiale della mela.
Fatto sta che l’ultimo paper, intitolato “End-to-End Learning for Point Cloud Based 3D Object Detection”(Apprendimento end-to-end per individuazione degli oggetti basata su nuvola di punti 3D) e firmato da Yin Zhou and Oncel Tuzel, è stato pubblicato sul repository scientifico moderato arXiv.org il 17 novembre. Il software riportato nella documentazione descrive una metodologia LiDAR molto più efficiente dei sistemi usati in precedenza per riconoscere pedoni, ciclisti e ostacoli per strada.
Le telecamere LiDAR sono capaci infatti di calcolare le profondità degli oggetti: vedono in 3D, per così dire; e vengono impiegate nei veicoli autonomi per gestire velocità, traiettoria e andatura.
Si tratta di un passo importante per la mela e per chiunque lavori in questo campo, competitor compresi. Ma non è il primo passo. Il primo documento pubblicato, infatti, risale a dicembre dell’anno scorso, cui ha fatto seguito a luglio un blog sull’apprendimento macchina chiamato “Apple Machine Learning Journal.”