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HomePod non è stato questo gran successo; dall’inizio dell’anno, se ne sono vendute circa 600.000 unità, pari al 6% del mercato; davvero poche, perfino se consideriamo il fatto che venga commercializzato ancora in un pugno di paesi. E uno dei motivi del flop, secondo gli analisti, è il prezzo esagerato di 349 dollari.
Forse anche per questa ragione, a Cupertino stanno pensando di crearne una variante più economica, che dovrebbe costare attorno ai 200 dollari (dunque circa 250€,forse poco più, qui da noi); ma attenzione: non avrà la mela come il fratello maggiore, bensì sarà venduta col marchio Beats, vale a dire la divisione di elettronica acustica che produce cuffie, auricolari e speaker.
È da aprile che si parla di un gingillo simile, con un prezzo al pubblico compreso tra 150 e 200 dollari, e forse i tempi sono maturi; sicuramente un HomePod meno costoso risulterebbe appetibile ad un numero maggiore di utenti, ma occorre valutare le feature che verranno incluse; tolta la parte audio intelligente, infatti, in pratica resta solo Siri, che da sola -temiamo- non risulterebbe sufficiente a convincere all’acquisto.
E comunque, c’è da considerare che uno smartspeaker del genere deve comunque confrontarsi con la concorrenza ed è lì che nascono i problemi; gli Amazon Echo, per dire, con le sue decine di milioni di unità vendute, hanno prezzi compresi tra 49 dollari per la versione base e 229 dollari per la variante di punta con schermo e tutti i fronzoli.
Che poi, se lo chiedete a noi, il prezzo non è neppure il problema principale; tempo addietro abbiamo stilato una lista di 15 funzioni che non e che dovrebbe avere. Ma probabilmente, creare una versione low-cost è più semplice e costa pure meno.