Allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica, non è possibile incastonare una webcam sotto il display; ci sono voluti già parecchio tempo e risorse per infilare il sensore di impronte digitali: ma per la fotocamera è semplicemente ancora troppo presto. L’utenza però scalpita e chiede un dispositivo tutto schermo, e allora occorre ricorrere a espedienti dal sapore un po’ retrò.
Per ottenere una tavoletta tutta display (l’ipotesi di eliminare la fotocamera frontale non è neppure sul tavolo), il Vivo NEX ha dovuto nascondere la fotocamera in un modulo che fuoriesce quando bisogna farsi un selfie.
Il vantaggio principale è che si ottiene il design tanto ambìto; la fregatura sta nel fatto che si aggiunge una componente mobile al tutto. Dunque, un pezzetto di scocca particolarmente fragile che può rompersi in qualunque momento, o riempirsi di polvere e restare bloccata. Un compromesso che Apple non avrebbe mai accettato.
Ma c’è anche un’altra questione importante. Su iPhone X l’intaglio nel display non serve solo ad alloggiare la fotocamera 2D, ma anche i sensori 3D per il riconoscimento biometrico dei tratti del volto. E ipotizzare di tirar fuori la fotocamera ad ogni sblocco del dispositivo è francamente impensabile. Ecco per quale ragione il Vivo ha ripiegato sul sensore di impronte, anche se è 20 volte meno sicuro di Face ID.
Alla fine si tratta di scelte tecniche, e se ripagheranno lo decideranno gli utenti col loro portafoglio. Per ora, iPhone X si è dimostrato un campione di vendite nonostante un prezzo non proprio popolare; e visto che anche il mondo Android ha diffusamente abbracciato la Notch, forse Apple non aveva tutti i torti.