Secondo una ricerca di Consumer Intelligence Research Partners (CIRP), nel 2018 HomePod è riuscito a ritagliarsi un misero 6% del mercato degli smart speaker statunitensi. Su un totale di 66 milioni di smart speaker smerciati, infatti, Apple non ha superato i 3.96 milioni di unità. Uno smacco totale, se consideriamo la popolarità di cui gode il marchio negli USA, ed ecco perché non sorprenda che il prezzo sia stato abbassato di 50$.
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Tutt’altra storia quando parliamo della concorrenza. Amazon Echo e Google Home infatti si sono spartiti rispettivamente il 70% e il 24% del mercato, grazie ad una politica di prezzi decisamente più variegata e inclusiva (e sconti ciclici che rendono Alexa molto più economica di Siri). Fino ad oggi, infatti, HomePod costava la bellezza di 349$ più tasse, ed era disponibile solo in USA, UK, Australia, Canada, Francia, Germania, Spagna, Messico, Cina e Hong Kong; un prezzo elevato, a fronte di una diffusione ancora molto scarsa. Ecco perché a Cupertino hanno deciso -e non capita spesso- di calarne il prezzo e portarlo a 299€.
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D’altro canto, grazie alle Offerte di Primavera, gli speaker Amazon sono in promozione speciale:
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Con cifre del genere in ballo, non sorprende che gli utenti abbiano boicottato Apple in massa per tradirla coi competitor; ed ecco perché perfino a Cupertino stanno seriamente pensando di tirar fuori una versione low cost di HomePod, perché guardiamo in faccia la realtà: non ci sono dubbi sul fatto che a livello di qualità e funzionalità, HomePod costituisca un altro pianeta rispetto ad un Echo Dot. Coi suoi 7 microfoni, audio ad alta fedeltà e sofisticate tecnologie di machine learning per adattare i suoni alla conformazione della stanza, è il non plus ultra che il mercato abbia da offrire.
Ma alla fine, l’utente medio ha bisogno solo di spegnere qualche lampadina, accendere i riscaldamenti o avviare un timer. E per questo scopo -parliamo per esperienza diretta- un aggeggio da 30€ è più che adeguato.