Apple ha intenzione di abbandonare Intel e montare chip ARM all’interno dei Mac. E la conferma, stavolta, viene addirittura da Intel stessa.
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È da anni che si rincorrono rumors sull’argomento, e forse siamo davvero sull’orlo di una nuova transizione, dopo l’ultima avvenuta nel 2006, in cui il Mac ha detto addio a PowerPC per abbracciare X86. Secondo Axios, infatti, fonti multiple avrebbe confermato questo progetto segreto; o per lo meno, se lo aspettano gli sviluppatori e gli alti papaveri di Intel, e abbiamo pure una data: entro il 2020.
D’altro canto, ad ogni iterazione di iPhone e iPad, Cupertino sforna un chip che batte il predecessore per prestazioni e funzionalità, riducendo al contempo le dimensioni e assorbimento energetico; il gap con alcuni modelli di Mac è già stato colmato da almeno un paio d’anni, e un iPad Pro odierno batte allegramente il MacBook Pro 2016 su applicazioni grafiche e calcoli multi-core. Come dire, manca ragionevolmente poco perché si possa infilare processori ARM anche sui computer professionali della mela.
E a ben vedere qualcosa del genere è già stato fatto, con l’introduzione nei recenti MacBook Pro e iMac Pro dei chip Apple T1 e Apple T2 che curano funzionalità avanzate di sicurezza e la protezione dei dati biometrici dell’utente.
Il progetto finale è evidente e sotto gli occhi di tutti: Tim Cook e i suoi intendono ottenere una maggiore convergenza di macOS e iOS, e arrivare finalmente ad app universali, capaci cioè di funzionare su Mac, iPhone e iPad contemporaneamente.
Al netto delle turbolenze iniziali, per gli utenti sarà una cosa buona, così come lo è stato il passaggio ad Intel; e lo sarà pure per Apple, che potrà affrancarsi dalla schiavitù di un produttore terzo e perseguire l’evoluzione di prodotto in base alle proprie esigenze e con la propria cadenza. L’unica che resterà fregata è Intel, che dipende dalla mela per il 5% del proprio fatturato. Tutti pronti per la prossima rivoluzione Apple?