Aveva fatto un bel botto il reportage del periodico inglese Mail on Sunday sulle condizioni di lavoro negli stabilimenti cinesi della Foxconn, dove vengono prodotti gli iPod.
L’articolo denunciava le degradanti condizioni di lavoro dei dipendenti, con turni massacranti e condizioni di vita insostenibili.
Piuttosto celermente, Apple aveva annunciato l’avvio di una inchiesta interna per verificare le accuse del giornale inglese e, nel caso, prendere provvedimenti. Cupertino, infatti, si sarebbe considerata non imputata, bensì parte lesa, in quanto non direttamente responsabile degli stabilimenti (Foxconn è una società indipendente). Inoltre Apple pretende dai propri fornitori la sottoscrizione di un codice etico di condotta, firmato da Foxconn.
I risultati dell’indagine di Apple, seppur di parte, tenderebbero a ridimensionare le accuse del reportage del Mail on Sunday evidenziando un sostanziale rispetto del codice di condotta, pur sottolineando diverse violazioni da parte di Foxconn (violazioni, a mio parere, piuttosto gravi n.d.R.).
Apple dichiara di non essere soddisfatta delle condizioni dei dormitori dei dipendenti, del numero di ore di lavoro e dei salari.
Entro la fine dell’anno, Apple completerà l’auditing di tutte le aziende fornitrici nel sud-est asiatico e deciderà i provvedimenti definitivi da intraprendere. A Cupertino hanno anche incaricato Verité, organismo internazionale no-profit che si occupa delle condizioni di lavoro, per le future verifiche dei propri partner.