È probabilmente la novità più interessante dei nuovi iPad Pro. Lo scanner LidAR consente di creare una mappatura molto precisa dell’ambiente, ma come funziona esattamente? Lo hanno scoperto quelli di iFixit, smontando pezzo per pezzo il tablet. E sono emersi diversi elementi molto interessanti.
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Il modulo fotocamera del nuovo iPad Pro include un sensore a 12 MegaPixel identico al predecessore, con in più una lente Ultra Wide aggiuntiva. Ma la vera star è il sensore LiDAR, in grado di proiettare un reticolo di punti laser sugli oggetti e le parti circostanti, fino a una distanza massima di 5 metri. In base al tempo che ci mette il laser a tornare indietro, iPad Pro crea una mappa della stanza in cui ci si trova, il che a sua volta permette di manipolare la Realtà Aumentata con maggiore precisione.
Usando una telecamera ad infrarossi, si riesce a catturare il reticolato LiDAR, e si scopre che è molto simile a quello del Face ID, ma con una importante differenza: il numeri dei punti proiettati è nettamente inferiore. E ciò dipende dal fatto che le applicazioni di Realtà Aumentata non hanno bisogno di così tante informazioni: è sufficiente localizzare nello spazio oggetti relativamente grandi; il Face ID, invece, ha bisogno di molta più accuratezza per ricostruire adeguatamente le fattezze di un volto.
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Per il resto, l’iPad Pro 2020 è praticamente identico al modello rilasciato nel 2018; fanno eccezione il quantitativo di RAM, che ora sale a 6GB contro i precedenti 4GB, e il processore A12Z (identico nella CPU all’A12X ma migliorato nella GPU).