Sebbene sia tecnicamente proibito pubblicarli, sono spuntati i primi benchmark del cosiddetto Developer Transition Kit, cioè il Mac mini con chip A12Z di Apple consegnato agli sviluppatori per creare software per processori ARM.E non sono mancate le sorprese.
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Stando ai risultati di Geekbench, l’A12Z del mini -un chip vecchio di due anni- ottiene un punteggio di 811 e 2.871 rispettivamente per i test single-core e multi-core; da cui si evincono tre interessanti dettagli:
- 1. Questi risultati non sono indicativi delle capacità effettive della macchina, perché il software di benchmark è scritto per Intel. Ciò significa che viene emulato attraverso Rosetta 2 e che le performance reali sono molto superiori.
- 2. Per qualche ragione, la velocità di clock dell’A12Z è lievemente inferiore a quella dell’iPad Pro da cui il chip proviene; inoltre, funzionano solo 4 degli 8 core presenti. Quindi, la macchina avrebbe potuto fare decisamente di meglio.
- 3. Nonostante tutti questi handicap, un chip per iPad vecchio di 2 anni, con metà dei core disattivati, una velocità di clock inferiore, e in emulazione software se la cava meglio a eseguire codice rispetto al Surface Pro X che su cui invece gira software ARM nativo. Ciò lascia intendere che il chip ARM da 3GHz basato su Qualcomm SQ1 del Surface è nettamente inferiore al chip Apple.
Ovviamente, è importante contestualizzare la cosa. Il Mac in questione è né più né meno che un cassone per gli esperimenti; il primo Mac ARM che verrà commercializzato entro la fine dell’anno sarà dotato di un processore molto più performante e ottimizzato, basato su chip A14 con processo produttivo a 5 nanometri che garantirà più prestazioni e un miglior risparmio energetico. Ma se queste sono le premesse, il futuro per gli utenti Apple appare roseo.