Stando alle fonti del Nikkei Asian Review di inizio mese, la produzione di massa di iPhone 12 sta registrando diversi problemi a causa della crisi sanitaria globale innescata dal Coronavirus. E ora siamo in grado di confermarlo: dovrebbe arrivare con 1 o 2 mesi di ritardo.
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Scriveva il Nikkei:
“Quel che si evince ora è che sono stati accumulati mesi di ritardo in termini di produzione di massa, benché Apple stia facendo tutto il possibile per ridurre la possibilità di un rinvio. C’è una possibilità che la scaletta possa comunque essere spostata in avanti.
Alcuni modelli di iPhone potrebbero essere rimandati a inizio ottobre, e non ci sorprenderebbe se ci fossero ulteriori ritardi perché ci sono ancora parecchi test in corso e non sono stati neppure definiti i design finali.”
E ora, sulla stessa lunghezza d’onda, c’è pure l’affidabile Mac Otakara che parla di un lancio a fine ottobre per via della pandemia. L’evento di presentazione potrebbe tenersi comunque a settembre come al solito (vedi iPhone XR nel 2018, svelato a settembre ma fisicamente distribuito nel retail il mese successivo), ma con disponibilità effettiva qualche settimana in seguito. La scaletta, a suo dire, prevederebbe: lancio a settembre con disponibilità immediata degli iPhone 12 LTE a ottobre, seguiti a novembre dai modelli 5G (ma non dovevano essere tutti 5G?).
La buona notizia, insomma, è che rispetto a marzo la situazione è nettamente migliorata, e non sarà necessario rimandare addirittura all’anno prossimo il lancio dei nuovi modelli; la brutta invece è che Apple ha accumulato un enorme ritardo e a questo punto qualche scossone appare inevitabile.
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Tradotto in soldoni, la presentazione potrà avvenire anche a settembre come al solito, ma non aspettatevi disponibilità reali in negozio prima di ottobre-novembre; e pure allora, ci aspettiamo comunque scorte contingentate a lungo.
Ecco perché Apple avrebbe chiesto ai fornitori di assemblare ulteriori 45 milioni di iPhone XR, iPhone 11 e iPhone SE per la seconda metà del 2020; almeno riempirà gli scaffali, in attesa che i ritmi in fabbrica si assestino e tornino alla normalità.
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