Aggiornamento del 1 dicembre 2017
Tra il 2011 e il 2012, Google ha sfruttato una falla di Safari su iPhone per profilare gli utenti bypassando le impostazioni di privacy del dispositivo. Dopo la multa storica della U.S. Federal Trade Commission, ora arrivano anche gli utenti a battere cassa.
Nel Regno Unito, un gruppo di consumatori ha lanciato una Class Action per i 5,4 milioni di utenti iPhone di Sua Maestà che furono colpiti dal cosiddetto “Espediente di Safari.” In pratica, con un escamotage tecnico (una sorta di backdoor), Google e un manipolo di inserzionisti erano riusciti ad eludere le preferenze di sicurezza di Safari su iPhone; e dunque, a installare cookie a loro insaputa, e a studiarne le abitudini. Uno scherzetto che è costato a Big G 22,5 milioni di dollari di multa.
Ora, sulla scia della sentenza, la campagna You Owe Us punta a riconoscere ad ogni cittadino coinvolto un risarcimento compreso tra 200 e 500 Sterline. Una cifra parecchio sostanziosa, che il Giudice probabilmente vedrà al ribasso; ma se questo vento dovesse soffiare anche in altri stati del Vecchio Continente, per Mountain View sarebbero davvero guai.
Google, possibile multa da 2,5 milioni per la privacy su Safari
Sul Web sta circolando la notizia, riportata dal Wall Street Journal, secondo cui Google sta per accordarsi con la Federal Trade Commission (FTC) per una multa record da 22,5 milioni di dollari, a causa della violazione delle impostazioni relative privacy in Safari. Da Mountain View ci tengono tuttavia a far sapere che nulla ancora è stato deciso.
Grazie ad una lacuna nella gestione della privacy in Safari, con qualche accorgimento tecnico Google riusciva a tracciare le abitudini degli utenti nonostante il tracking fosse formalmente disabilitato nel browser. A dire della società, tale approccio era assolutamente involontario, e comunque non creava alcun disagio ai consumatori. Peccato però che ciò sia in contraddizione con le “precedenti dichiarazioni con cui rassicuravano gli utenti sull’affidabilità di Safari nel bloccare la profilazione indesiderata.”
Il vento, dunque, potrebbe essere foriero di pessime notizie:
Ci si aspetta una multa tra le più salate mai comminate ad una singola società dalla U.S. Federal Trade Commission. È il segno più tangibile del nuovo e più stringente approccio della FTC verso le violazioni della privacy online, giunto ad appena sei mesi di distanza dopo che il Wall Street Journal aveva riportato le pratiche di Google.
Per il momento, in ogni caso, si tratta di voci su un possibile accordo: tecnicamente, non c’è ancora nessuna multa. Lo ribadiamo perché proprio poche ore fa, l’ufficio stampa di Google Italia ha contattato la redazione dei nostri cugini di Downloadblog per chiarire questo particolare. Vi terremo informati degli sviluppi futuri.