La Fair Labor Association (FLA) ha annunciato nelle scorse ore la pubblicazione del rapporto sulle più recenti condizioni di lavoro all’interno degli stabilimenti Foxconn, in cui Apple produce una buona fetta di tutti i propri prodotti. Gli ultimi sopralluoghi fatti a giugno e luglio hanno riscontrato notevoli miglioramenti un po’ su tutti i fronti.
A quanto pare, sia Foxconn che Apple ci si sono messi di concerto e d’impegno. Tutte le misure più urgenti sono già state adottate, e gli studenti finalmente non sono più costretti a seguire sfiancanti tirocini obbligatori in catena di montaggio:
“Le nostre verifiche mostrano che i cambiamenti necessari -compresi quelli per la salute e la sicurezza- sono stati intrapresi. Siamo soddisfatti che Apple abbia fatto quando dovuto per responsabilizzare Foxconn e costringerla ad accettare il piano d’azioni, compresa la volontà di riformare il programma di tirocini” ha affermato Auret van Heerden, presidente e CEO della FLA. “Al termine della nostra ispezione iniziale a marzo, la Foxconn avevo promesso di assicurarsi che i tirocinanti non facessero straordinari, che il lavoro avesse una connessione più diretta con il proprio campo di studi e soprattutto che fosse possibile scegliere se e quando terminare l’apprendistato.”
La società si è anche impegnata ad abbassare a 40 ore settimanali i turni di lavoro degli operai a parità di stipendio, con un massimo di 9 ore di straordinario entro il 2013. Per ora, abbiamo raggiunto il risultato di 60 ore di lavoro standard inclusi gli straordinari, ma di sicuro l’impegno è tangibile:
“La verifica ha confermato che Apple e Foxconn sono in anticipo sulla scaletta di interventi per migliorare le condizioni di lavoro” […] ha detto van Heerden. “I progressi di Apple e Foxconn da marzo, assieme alle azioni supplementari pianificate fino a luglio 2013, creeranno una roadmap per tutti i produttori cinesi dell’industria tech.”
E migliorie le ravvisano anche quelli di Human Rights First, anche se ad Apple chiedono esplicitamente maggiori pressioni anche su tutti gli altri partner asiatici:
“Foxconn ha completato quasi l’80% delle richieste avanzate a marzo dala FLA. Sono in anticipo sulla tabella di marcia per assicurare la salute e il benessere degli impiegati Foxconn, ed elevare così le condizioni di lavoro all’interno della società agli standard minimi dei diritti umani di base,” ha affermato Meg Roggensack di Human Rights First. “Ci vorrà tempo. Per ora, Apple deve continuare a intraprendere i passi necessari per assicurarsi che tutti i lavoratori della propria catena dell’approvvigionamento abbiano accesso ai medesimi standard.”
Per maggiori informazioni sull’iniziativa, è possibile consultare il sito internet ufficiale della FLA, oppure la sezione dedicata sul sito Apple. Secondo quest’ultimo, tra tutti i 700.000 lavoratori della catena delle forniture della mela, il 97% risulta impiegato con il limite di 60 ore al mese richiesto come standard transitorio. Si tratta d’un +10% rispetto all’inizio dell’anno, ma per arrivare al modello “40 ore + 9” c’è ancora molta strada da compiere.