La bufera scatenata dalla scarsa qualità delle mappe in iOS 6 ha costretto Apple a rivedere un po’ le proprie posizioni. E così, ora è a caccia di impiegati ed ex-impiegati Google Maps nel tentativo di migliorare un prodotto che sta minando la reputazione di Cupertino.
La notizia l’hanno data quelli di TechCrunch nelle scorse ore:
La mia fonte -un contractor che ha lavorato su Google Maps in risposta ad un gigantesco investimento per integrare Street View e i nuovi dati forniti in licenza da società terze per migliorare la copertura europea, oltre che costruire infine la piattaforma di navigazione turn by turn- afferma che quando l’attenzione è stata rivolta al mapping indoor, le cose sono diventate meno interessanti, e molti dello staff hanno iniziato a guardarsi intorno per cercare altre opportunità.
Apple, insomma, avrebbe iniziato a setacciare il mercato alla ricerca delle competenze necessarie ad aggiustare il tiro. E per ottenere lo scopo, ha messo mani al portafoglio:
Un tizio che cercava un’occupazione nel campo GIS è finito a lavorare per Apple […]. Un altro collega che era impegnato nella supervisione di Google Maps, ha lasciato la Costa Est alla fine del suo contratto, ed è stato recentemente contattato ad un recruiter Apple. La posizione ha tutti i crismi di un posto manageriale nello sviluppo di prodotto, visto che viene pagato più di 85.000$ l’anno oltre le spese del trasloco dalla Costa Est.
Il fatto è che, dopo una colossale figuraccia, la mela ha bisogno di recuperare e anche in fretta. Tanto da arrivare a rimangiarsi il patto segreto di no-poaching con Mountain View (ovvero, tu non assumi i miei dipendenti e io non rubo i tuoi):
Apple dovrà darsi da fare se vuole costruire una piattaforma robusta di mappe per fronteggiare Google Maps, per cui non sorprende di certo sapere che stia tentando di irretire vecchi e attuali dipendenti di Google Maps.
Ma anche così, non sarà un lavoretto da niente. Google conosce meglio di chiunque altro quali dati contano e quali no, le priorità nel rendering e le parole chiave che servono a fornire un servizio adeguato alle richieste degli utenti. A Cupertino, invece, iniziano praticamente da zero, e dovranno trovare il modo di “ottenere 5 milioni di miglia di dati stradali, cercare i partner migliori e spendere una fortuna in licenze.” Niente che non sia alla loro portata, intendiamoci; ma i tempi non saranno brevi.