Quando a Gennaio Steve Jobs ha svelato l’iPhone, sicuramente una delle maggiori novità del nuovo telefono di casa Apple è stato il sistema di touch screen progettato per interagire con il dispositivo.
A distanza di qualche mese dall’evento, con l’iPhone che incomincerà ad essere venduto a Giugno negli States e dopo l’estate qui da noi, ci si interroga su quale potrebbe essere il futuro di questa nuova interessantissima tecnologia…
Hesseldahl in un articolo per Businessweek ha riportato le sue osservazioni dopo aver studiato le 29 pagine del brevetto del “multipoint touch screen” registrato dalla Apple.
La prima cosa che salta all’occhio è sicuramente quanto sofisticato tecnicamente è il sistema progettato dagli ingegneri della Apple a fronte di una facilità di utilizzo per l’utente finale; pensiamo ad esempio la caratteristica del “pinch”: se si tiene il telefono in mano e si sta navigando in internet o sfogliando una foto, per eseguire uno zoom in una particolare direzione basterà muovere due dita sullo schermo ravvicinandole o allontanandole, ottenendo un effetto di “zoom in/ zoom out”.
Un brevetto talmente complicato da prevedere diverse azioni per l’interazione simultanea di 15 tocchi, che il documento identifica in 10 tocchi con le dita, due per i palmi di entrambe le mani e altre tre tocchi non meglio specificati!
Ma cosa succederà quando l’iPhone finalmente sarà sul mercato?
Quali altri dispositivi verranno presentati con questa tecnologia?
Una facile previsione ci porta a pensare ad un iPod touchscreen con la clickwheel implementata “virtualmente” al tocco dello schermo, funzionalità che tra l’altro è apparsa in altri brevetti Apple.
Sicuramente interessante l’ipotesi di implementare questa tecnologia in MacBook e MacBook Pro, anche se in molti si domandano circa le possibilità dello schermo “touch-sensitive” adattate ad un notebook; Microsoft con il suo Tablet PC in tal senso docet, visto che il dispositivo pensato dalla società di Bill Gates, a cui molte case produttrici di Pc hanno creduto implementando vari modelli di notebook, ancora stenta a decollare.
L’analista Ben Reitzes di UBS la scorsa settimana in una nota di previsione scriveva che un “ultra-portable” Mac potrebbe venire alla luce entro l’anno, sfruttanto alcuni aspetti della tecnologia multi-touch di Apple per colmare, con questo nuovo dispositivo, il gap fra computing e media playing.
Proprio BusinessWeek, in un articolo di fine gennaio, si interrogava sulle possibilità di uno schermo portatile wireless che avesse le funzioni di un remote client per un Macintosh o per il nuovo Apple TV, un semplice e geniale multitouch display dalle dimensioni di un sottile libro che permetta di accedere a tutti i file immagazzinati nel Mac e di vedere i video e sentire la musica presente nell’ Apple TV, senza richiedere altra memoria di storage aggiuntiva; si potrebbero lanciare applicazioni sul Mac dallo schermo vedendole poi direttamente da questo dispositivo, modificando direttamente i files senza alcuna necessità di alzarsi e andare a sedersi sul Mac.
Fantascienza?
Forse, ma le possibilità di applicazioni di una tecnologia multi-touch sono pressochè infinite.
Per capire quanto Steve Jobs creda in questo sistema occorre comunque considerare che alcune delle tecnologie implementate da Apple sembrano ricondurre ad alcune partnership tenute appositamente segrete, come ad esempio una società denominata Fingerworks, fondata da due professori dell’Università di Delaware, che ha cessato ufficialmente di esistere nel Giugno del 2005. I fondatori potrebbero ora lavorare con Apple, come sostenuto da Reitzes. Sia Apple che Fingerworks sono coinvolte come convenute in una causa su brevetti promossa a Gennaio dal management di Quantum Technology, che sostiene di essere proprietaria di un brevetto sul “capacitive field sensing” infranto dalle due società.
Per costruire lo splendido schermo dell’iPhone Apple ha stretto una partnership con una società tedesca denominata Balda, conosciuta ai più per essere produttrice di componenti per cellulari per società come ad esempio Nokia. Balda detiene la metà di una compagnia cinese denominata TPK Holding, che con Balda stessa ha formato una joint venture con una unità di Magna International chiamata Optera, specializzata nel produrre rivestimenti di vetro che conducono l’elettricità, overro il genere esatto di ingredienti necessari per un touch screen.
Balda inzialmente confermò ad agenzie di stampa di essere il fornitore del touch screen il giorno dopo che l’iPhone fu annunciato il 9 gennaio, anche se da allora non ha più rilasciato alcuna dichiarazione.
Una cosa è certa: iPhone è insieme un miracolo di tecnologia e stile, ma sto cominciando a pensare che la parte più importante dell’iPhone, dove Apple ha investito maggiormente per il suo futuro tecnologico, risiede proprio nello schermo.