Nonostante un’evidente interesse nelle tecnologie di Authentec -tanto grande da spingere Apple all’acquisizione e all’immediato congelamento del rapporto coi clienti concorrenti-, Cupertino continua a investigare sulle possibilità del riconoscimento biometrico, anche attraverso altre società. Tant’è che avrebbe stretto un accordo con l’australiana Microlatch per fondere assieme micropagamenti in mobilità, impronte digitali e Near Field Communications (NFC).
Secondo The Australian, il rumore è emerso per voce dello stesso David Murray, ovverosia l’ex responsabile della Commonwealth Bank e principale investitore di Microlatch:
Il Sig. Murray ha affermato che la società aveva un accordo con la riservatissima Apple per sviluppare una tecnologia di riconoscimento delle impronte da usare nelle applicazione NFC.
Microlatch possiede una tecnologia brevettata di identificazione delle impronte che rispetta gli standard della sicurezza bancaria senza la necessità di un processamento centrale o dello storage; un processo che Murray ha descritto come “auto-archiviante” (“self-registering” nell’originale, n.d.A.).
Ovviamente, proprio per la riservatezza che contraddistingue la mela (e nonostante la lingua lunga dei partner), non se ne sa più di così: non sono noti i termini commerciali dell’accordo, né si può prevedere un debutto ufficiale. L’unica certezza è che Apple abbia preferito un approccio di tipo cauto alla questione, in attesa di vedere come evolverà il mercato prima di fare la sua puntata. Lo spiegò Phil Schiller stesso la sera della presentazione di iPhone 5:
Non è chiaro se l’NFC sia la soluzione ai problemi attuali, ha affermato Schiller. “Passbook fa questo il tipo di cose di cui gli utenti hanno bisogno oggi.”
Molti utenti e osservatori speravano che NFC fosse costituisse una delle novità dell’ultima generazione di iPhone, ma ogni aspettativa è stata presto annichilita dai fatti. L’NFC e i pagamenti in mobilità arriveranno, state tranquilli; solo che se riparla per lo meno l’anno prossimo.