Una rimpatriata tra vecchi amici.
Questo è sembrato a tutti il clima dell’incontro/intervista di Steve Jobs e Bill Gates sul palco del D: All Things Digital.
Forse per la prima volta, è stato possibile intuire come la pensino veramente i due ex-pirati della Silicon Valley. Una volta erano “i più giovani nella stanza,” dice Steve “e ora siamo i più vecchi”. E aggiunge citando una canzone dei Beatles “Noi due abbiamo memorie più lunghe della strada che abbiamo davanti“.
Parlano, Steve e Bill, dei primi 30 anni della rivoluzione informatica, di guerra tra due aziende neanche sicure di essere dirette concorrenti, ma una guerra ormai archiviata da almeno due lustri. Una guerra, di fatto, senza un vincitore o un vinto.
Emerge chiaro il profondo rispetto tra le due figure più influenti del mondo dell’IT, due persone orgogliose del proprio lavoro e dei traguardi raggiunti. Due uomini con una visione analoga ma non identica del futuro dell’informatica, comunque una visione non scontata. Senza apparente malizia riconoscono i reciproci successi, sempre rimarcando la propria visione del futuro.
Vengono citati i più importanti attori della scena che, con alterne fortune, hanno contribuito a creare la rivoluzione digitale: da Steve Wozniak a Paul Allen, passando per le imbarazzanti esternazioni di Gil Amelio, il CEO meno rimpianto della storia di Cupertino (storica la sua affermazione: “Apple è una barca che affonda. Il mio compito è mantenerla nella giusta direzione”), per arrivare alle ultime novità del mercato, come il Palm Foleo che non pare convincere nessuno dei due.
Si arriva poi ad indagare su cosa ci aspetti il futuro. Convergenza, semplicità e potenza sono la parte comune della visione dei due. Visione che pare divergere sulle reali applicazioni. Qui le parti sembrano quasi capovolgersi rispetto al passato: Bill sottolinea l’importanza di 3D, sistemi di input, interfacce mentre Steve sembra essere maggiormete interessato alle funzioni, “ciò che fa di un dispositivo un prodotto di successo” dice “è costituito dal fare bene ciò per cui è progettato”.
Ci sono anche gli sfottò. Bill precisa di non essere il finto Steve che tiene un blog in rete, Steve si fa beffe di Zune. Ma tutto rimane in un contesto di piacevole rimpatriata tra vecchi amici.
C’è molto da imparare da quelli che si avviano ad essere i due grandi vecchi dell’IT. Due persone che sono partite dal nulla, sono diventati tra gli individui più ricchi del pianeta, ma continuano a sprigionare da ogni poro la passione per quello che fanno.
Perchè è un mondo affascinante, quello della tecnologia; un mondo in cui non sai quale nuova rivoluzione ti aspetterà tra 5 o 10 anni. Un mondo che, comunque la vogliamo pensare, sarebbe stato molto diverso senza Steve Jobs e Bill Gates, ognuno con il suo carico di pregi e difetti.