La notizia che Bob Mansfield stia guidando un team per adottare i processori ARM sui Mac al posto dei processore x86 di Intel ha riacceso una discussione che ormai tiene banco da più di un anno.
Più volte è stato infatti detto che nei laboratori di Cupertino si stiano sperimentando dei MacBook con processore ARM e l’incremento esponenziale della potenza di calcolo dei processori ARM li sta sempre più avvicinando ai processori x86 meno potenti. Inoltre nel 2014 sono attesi i primi processore ARM a 64 bit che offriranno alte prestazione e bassi consumi di energia, la soluzione ideale per qualsiasi tipo di notebook.
Shaw Wu, analista di Sterne Agee, sostiene che il passaggio ai processori ARM sui Mac sia inevitabile, poiché porterebbe ad una razionalizzazione nella gamma di prodotti Apple, considerando che i computer della Mela costituiscono solo il 14-18% dei profitti di Cupertino, contro il 45-40% dei profitti provenienti dalla vendita di iPhone e il 20-25% fornito dagli iPad.
Secondo Wu, Apple sarebbe già al lavoro per ottimizzare OS X e renderlo compatibile con i processori ARM, ma la transizione ai processori ARM sui Mac richiederà parecchio tempo, per cui ci vorranno ancora alcuni anni prima di poter tornare a vedere un Mac dotato di un processore con architettura RISC.
Per l’epoca forse non ci saranno più due distinti sistemi operativi Apple, ma un unico sistema in grado di girare dal più piccolo degli iPod fino al più grande dei Mac. D’altra parte la dipartita di Scott Forstall, padre di iOS, e l’unificazione sotto la guida di Craig Federighi della divisione iOS e OS X lasciano intravedere questo scenario.