Secondo l’Economic Policy Institute (EPI), un think tank di economia e politica focalizzato sui lavoratori di medio/basso reddito, i miglioramenti ravvisati di recente negli ultimi resoconti della Fair Labor Association (FLA) sulle condizioni degli operai negli impianti Foxconn sarebbero “infondati.” Anzi, in corso non ci sarebbe praticamente nessuna “genuina trasformazione.”
Dopo la pubblicazione della relazione FLA sulle condizioni di lavoro all’interno degli stabilimenti Foxconn, ci era parso per un attimo che un vento nuovo stesse finalmente spirando nelle asfittiche strutture di Hon Hai. Una bella notizia, dunque, visto che fino ad oggi si sentiva solo di tirocini obbligatori, di minori in catena di montaggio e di abusi contro le leggi cinesi (già di per sé poco clementi verso i lavoratori).
Poi, è bastato un comunicato di EPI per spezzare l’idillio e trascinarci con violenza alla realtà. È infatti parere dell’istituto che Foxconn stia continuano bellamente ad imporre straordinari e sacrifici ai propri impiegati, mondando la propria coscienza mediatica con provvedimenti migliorativi di facciata:
“In contrasto con le luminose affermazioni della FLA, i miglioramenti nelle condizioni di lavoro presso Foxconn sono state, nella maggior parte dei casi, modesti, fugaci o puramente simbolici, mentre altre promesse solenni di riforma sono state semplicemente accantonate. […]
Le prove suggeriscono che, anche se il miglioramento delle policy di lavoro fossero prevalse durante il periodo analizzato dalla FLA, non hanno poi trovato seguito mentre la produzione di iPhone 5 si intensificava.”
Addirittura, sembra che alcune fabbriche abbiano obbligato nuovamente gli studenti ad estendere i tirocini (in)volontari per sopperire alle esigenze produttive dell’iPhone 5. Un’esigenza che trova riscontro nella realtà: proprio oggi, infatti, Foxconn spiegava ufficialmente di non riuscire a “stare dietro ai tempi di consegna previsti da Apple.” La speranza, quindi, è che la FLA smetta di difendere Apple e inizi a fare il suo lavoro; le conclusioni, con la stoccatina finale a Cupertino, sono sempre di EPI:
Il problema fondamentale resta se Apple sceglierà mai di applicare la propria leggendaria abilità manageriale, il suo spirito di innovazione e la sua enorme influenza finanziaria per uno scopo superiore: quello di proteggere i diritti umani fondamentali delle persone che creano i suoi prodotti.
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