A settembre Apple ha annunciato iTunes 11, la nuova attesa versione del player per Mac finalmente votata al minimalismo e alla semplicità. “Arriverà entro ottobre”, avevano promesso, per poi fare marcia indietro e rinviare il lancio a novembre.
Solo un giorno prima del rinvio di iTunes 11, Apple ha annunciato al mondo la più grande riorganizzazione interna dal ritorno di Steve Jobs nel 1997: l’allontanamento di Scott Forstall e l’aumento delle responsabilità di Jonathan Ive che si occuperà anche del design dell’interfaccia utente.
L’estromissione di Forstall è la conseguenza di una serie di errori che, negli ultimi anni, hanno danneggiato seriamente l’immagine della società. Pensiamo a Siri, tutt’ora in beta a un anno e passa dall’annuncio, alle mappe di iOS 6 lanciate con troppa sicurezza e alla generale incapacità di innovare il sistema iOS.
Il fatto che, dopo una serie di lanci prematuri, Apple si prenda un mese di tempo in più per perfezionare iTunes 11 potrebbe essere letto come il primo forte segnale del cambiamento interno voluto da Tim Cook. Speriamo che questa ritrovata voglia di innovare nel settore software si estenda presto anche ad applicazioni come Pages e Keynote che, se si escludono i cambiamenti minori, sono abbandonate a se stesse addirittura dal 2009.