Continua il botta e risposta mediatico tra Apple e NBC-Universal, a seguito della rottura del contratto per la vendita dei contenuti video su iTunes Store.
Al comunicato stampa di Cupertino, che aveva sostanzialmente stigmatizzato l’ingordigia della major, contrattacca Cory Shields, vicepresidente esecutivo di NBC-Universal: “Non abbiamo mai chiesto di raddoppiare il prezzo di vendita dei nostri show televisivi ma, anzi, il nostro negoziato si proponeva di aumentare la flessibilità dei prezzi, compresa la possibilità di confezionare pacchetti di prodotti che fossero ancora più attrattivi per i nostri clienti“.
Shields aggiunge: “E’ chiaro che la strategia dei prezzi voluta da Apple mira a trainare le vendite dei suoi dispositivi portatili” per poi sferrare il colpo finale “e, dal momento che si stima che l’iPod medio contenga un significativo numero di materiale scaricato illegalmente, Apple dovrebbe finalmente prendere contromisure adeguate contro la pirateria“.
Se la prima parte dell’intervento è piuttosto scontata, da leggere in un quadro di differente visione strategica (leggi: tirare l’acqua al proprio mulino, da parte di entrambi) stupisce davvero l’attacco sulla pirateria, soprattutto se si pensa ai concreti passi in avanti fatti da Apple in collaborazione con EMI.
Nel 2007 è ormai chiaro a tutti che la pirateria non si combatte introducendo limitazioni alla fruizione dei contenuti ma, al contrario, la battaglia si può vincere solo creando un prodotto che possa competere con l’equivalente piratato: ovvero che sia ugualmente libero e a basso prezzo.
Ma questo, probabilmente, NBC-Universal non l’ha ancora capito…
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