Con notevole sprezzo del pericolo, il produttore brasiliano IGB Electronica SA ha annunciato il lancio del suo ultimo smartphone. Si chiama “IPHONE”, funziona con Android, ed è stato così ribattezzato in ossequio ad un trademkark depositato negli uffici brevetti del paese nel lontano 2000.
La notizia, piuttosto asciutta, l’ha data Reuters solo poche ore fa:
Il primo modello sarà chiamato “Neo One,” ha affermato IGB in un documento finanziario. La società è stata formata quest’anno dopo la ristrutturazione di Gradiente Eletronica SA, che ha poi esercitato i diritti esclusivi di sfruttamento del brand IPHONE per il Brasile garantiti da un brevetto del 2000.
Nella documentazione era riportato che Gradiente aveva previsto la rivoluzione della convergenza tra voce e dati su Internet ben primo che l’iPhone di Apple esistesse. Nel 2008, la società si era assicurata i diritti sul brand attraverso l’autorità locale dei brevetti.
Una situazione anomala dovuta al fatto che, in Brasile, il termine IPHONE è oramai proprietà della IGB; a questo punto, dunque, Apple ha davanti a sé due strade: quella della causa legale, e quella ben più probabile della negoziazione a suon di valsente. In Cina, ricorderete (a Cupertino di sicuro non se lo sono dimenticato), per una situazione analoga Apple ha dovuto staccare con Proview un assegnone da 60 milioni di dollari, anche se allora il motivo del contendere era rappresentato dal brand “iPad.”
D’altro canto il Brasile è un paese troppo importante perché Apple vi possa rinunciare per piglio od orgoglio. Presto nel paese verranno aperti nuovi Apple Store, e una parte consistente della produzione mondiale di iPhone ed iPad avviene lì. Ne avevamo parlato, in seguito ad una serie di scioperi avvenuti nelle fabbriche di Jundiaí a causa delle pesanti condizioni di lavoro imposte da Foxconn.