In occasione del decimo compleanno di iTunes -che poi cade grossomodo nel medesimo periodo di compleanno di Safari e dell’iPhone– Horace Dediu di Asymco ha snocciolato qualche numero riguardo il negozio virtuale di Cupertino, e ciò che ha scoperto si commenta da sé: il business dell’iTunes Store da solo vale più di tutta Apple nel 2004.
Non tutte le attività commerciali portano a risultati simili in neppure una decade di presenza sul mercato, ed è per questo che i dati riportati dall’analista fanno ancora più impressione. Con tutte le sue ramificazioni -App Store e iBookstore compresi- iTunes Store produce un giro d’affari di circa 12 miliardi di dollari l’anno; una quantità di denaro spaventosa, superiore perfino degli 8 miliardi di dollari che Apple ha smosso nell’anno fiscale 2004.
Ma anche le altre osservazioni di Dediu non sono da meno:
- Negli ultimi 5 anni, i produttori di contenuti (media e app) hanno ricevuto un totale di 24 miliardi di dollari.
- Dal punto di vista della logistica retail, iTunes costa ogni anno circa 3,5 miliardi di dollari per funzionare. Ciò include il merchandising, i processo di pagamenti, e i costi di “consegna e gestione.”
- I ricavi totali sono saliti stabilmente nell’ordine del 32-38% negli ultimi 4 anni.
- Le app rappresentano ora un terzo di tutti i ricavi di iTunes (circa 4 miliardi di dollari l’anno), e per arrivare a questo risultato ci hanno messo appena 4 anni e mezzo.
- I media diversi dalle app coprono i 2/3 delle vendite totali di iTunes, ma la loro crescita è ferma al 28%, rispetto al +50% delle app.
Curioso poi che, a livello fiscale, una miniera di diamanti simile finisca per confluire nella categoria “altri prodotti e servizi relativi alla musica,” nella sezione del bilancio solitamente dedicata ai cavi iPod e agli speaker. Quasi che si trattasse d’un hobby, tipo Apple TV. E sapete quanto è costato questo mettere su tutta questa attività? Lo confessò Steve Jobs in persona tempo addietro, rivelando investimenti per “decine di milioni di dollari.” Davvero un invidiabile investimento, non c’è che dire.