Nonostante i ricavi record, già il mercato after-hour non prometteva nulla di buono, ma all’apertura di Wall Street il titolo Apple appare in caduta libera, in contrazione di quasi 14 punti percentuali.
Ma una performance così drammatica non si spiega solo con la sfiducia che imperversa sui mercati americani: in un certo senso si può affermare il fatto che Cupertino stia scontando la propria leggendaria capacità di guadagnare nonostante le congiunture.
I grandi investitori, infatti, guardavano con grande interesse alle previsioni sui guadagni del prossimo trimestre fiscale, alla ricerca di un segnale positivo in controtendenza con lo spauracchio della recessione.
Ma le previsioni di Peter Oppenheimer sono state giudicate fin troppo conservative, confermando il sospetto che la crisi americana non risparmierà neppure il cavallo di punta della Silicon Valley. Di qui la pesante penalizzazione comminata al titolo AAPL, che dall’inizio dell’anno ha lasciato sul campo oltre 70$ per azione.
Indiscrezioni provenienti da Cupertino vorrebbero la posizione del Chief Financial Officer Apple, il suddetto Oppenheimer, a forte rischio: la sua politica aggressiva nei confronti del mercato avrebbe definitivamente mostrato la corda, nonostante i successi ottenuti dal titolo AAPL negli ultimi anni. Questa politica, secondo i più critici, consisterebbe nel sottostimare deliberatamente le previsioni finanziarie, in modo da presentare risultati fiscali costantemente superiori alle attese per essere ampiamente premiati dal mercato. Una strategia che paga quando il mercato è in salute ma, evidentemente, rischiosissima quando a regnare è la sfiducia.
E Oppenheimer potrebbe pagare care le proprie scelte strategiche, rischiando addirittura la propria poltrona.
Quella di Steve Jobs, invece, appare un po’ più solida ma non inattaccabile: se, infatti, per noi affezionati Mac-User apparirebbe una semplice follia l’ipotesi della rimozione dei Jobs dalla carica di CEO, per il mercato le cose sono molto diverse. La figura di Jobs, oltre ad essere molto ingombrante, non è più così ben vista a Wall Street dopo lo scandalo delle stock-options, sebbene l’iCEO ne sia uscito formalmente “pulito”.
Staremo a vedere come si evolverà una situazione che appare ogni ora che passa sempre più complicata.