Sapevamo, per stessa ammissione di Tim Cook, che la Cina è destinata a diventare il mercato più importante per Apple, perfino superiore agli USA per giro d’affari. Solo nell’ultimo trimestre fiscale, infatti, il Paese di Mezzo ha segnato una crescita su base annuale del +67%, e tutta da sola.
Con simili prospettive, è quantomeno normale che gli investimenti di Cupertino nel paese siano destinati ad aumentare nei prossimi mesi ed anni. “Dato il contributo di quella regione al nostro business” ha dichiarato soddisfatto Peter Oppenheimer solo poche ore fa, “abbiamo stabilito un nuovo segmento operativo in Cina.” Un’impennata esplosiva -6,8 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre fiscale- che ha costretto Apple a separarla dal resto dei dati aggregati sull’Oriente.
Il comparto iPhone è quello andato meglio: 47 milioni di unità commercializzate contro i 37 milioni del Q1 2012, con una crescita complessiva del 100% su base annuale; e anche l’iPad è andato piuttosto bene, nonostante qualche tentennamento iniziale. Lo ha spiegato Oppenheimer:
“In termini di distribuzione geografica, abbiamo testimoniato la nostra crescita maggiore in Cina. Eravamo nell’ordine delle tre cifre; un valore superiore a quello della crescita dello stesso mercato locale. Siamo estremamente soddisfatti. È chiaro che la Cina sia la nostra seconda principale regione, ma c’è ancora moltissimo potenziale.”
Ecco perché nel corso del 2012 sono stati aperti quattro nuovi Apple Store nel paese, e molti altri seguiranno a breve, con nuove opzioni di pagamento; ed ecco perché Tim Cook vi ha fatto ritorno per la seconda volta in meno di un anno. Il ruggito della Cina interna, di Hong Kong e di Taiwan riecheggia per il globo.