Il dilemma di Apple: sbloccare o non sbloccare?

Il dilemma di Apple: sbloccare o non sbloccare?


Ad un anno e mezzo dalla presentazione di iPhone è ormai evidente che il primo smartphone con la mela sia stato un successo.
iPhone è riuscito dove pochi altri avevano avuto successo e molti avevano fallito, ovvero rappresentare un nuovo punto di riferimento, nel design del telefono cellulare e nel concetto stesso di smartphone.
Solo Motorola, con il lancio del telefono a conchiglia era riuscita in una impresa simile.

In termini di vendite, i numeri di iPhone possono essere letti in più modi. Ad un anno dalla effettiva introduzione sul mercato USA, le vendite di iPhone costituiscono un risultato importante per un deb del settore, quale Apple è.
iPhone, nel suo primo anno, ha venduto più del “fenomeno” iPod e, per rimanere nel mondo della telefonia, del Motorola V3 o del LG Chocolate. I numeri assoluti, tuttavia, rendono iPhone (ed Apple) un attore importante solo nel settore degli smartphone, non potendo competere con gli enormi numeri dei modelli long-seller più economici.

In questo quadro, e con un nuovo modello di iPhone alle porte, è necessario analizzare il modello di vendita dello smartphone di Cupertino, ovvero la partnership in esclusiva con un operatore e la vendita abbinata ad un abbonamento.

Non vi è dubbio che Steve Jobs e soci abbiano fatto una grossa scommessa lanciando iPhone: per quanto ne sapevano poteva rappresentare un grosso successo come un enorme buco nell’acqua.
Cupertino aveva bisogno di garanzie, nel peggiore dei casi per ottenere un minimo sindacale di vendite, nel migliore per creare il più velocemente possibile una “massa critica” di utenti, in entrambi i casi per massimizzare gli utili.

In questa ottica, la scelta di apparentarsi con un operatore di telefonia appare logica, quasi necessaria. Ed è una scelta che, pur considerando l’altissimo numero di dispositivi “sbloccati”, ha pagato.
La prospettiva di Cupertino, poi, di entrare nel mondo business ed enterprise, rendeva l’apparentamento con il carrier ancora più necessario: in questo settore, che potenzialmente garantisce profitti elevatissimi, il modello dominante è proprio l’abbinamento dispositivo-contratto.

Fin qui, credo, la faccenda è piuttosto chiara. Ma a questo punto è lecito chiedersi quali saranno le decisioni di Apple in merito tanto all’apparentamento con nuovi carrier in nuovi mercati quanto al proseguimento dei rapporti con gli attuali partner, con i quai ha contratti bi-triennnali.

Da un lato, infatti, a Cupertino possono dirsi soddisfatti delle performance ottenute con questo modello di vendita che, tra l’altro, apre prospettive commerciali molto interessanti.
Il boom di vendite di iPhone in UK, dopo il taglio di £100 del prezzo di listino è sintomatico: i clienti sono disposti a legarsi ad un operatore per un certo periodo di tempo pur di avere lo smartphone con la mela. In questo caso, la fonte di guadagno di Apple si sposterà sempre più dal tradizionale ricavo sulla vendita del dispositivo alla raccolta di una quota sui contratti del carrier.
Si tratta di un modello non dissimile dal noto meccanismo delle royalties, che nel mondo del software ha regnato per oltre 20 anni.

Dall’altro lato, tuttavia, Apple non può ignorare l’elevatissimo numero di dispositivi sbloccati che circolano: in questo caso i clienti sono disposti a spendere una cifra aggiuntiva (nel mercato “grigio”) pur di avere iPhone privo di vincoli. Anche questo modello di business potrebbe garantire a Cupertino profitti considerevoli.

Come abbiamo visto, entrambi i modelli hanno la loro validità e questo fa pensare che Apple li esplorerà entrambi. E’ probabile, infatti, che le future generazioni di iPhone saranno proposte con molteplici offerte commerciali, in modo da intercettare il maggiore numero di utenti possibile, mirate ad assecondare le esigenze di diverse categorie di persone.
Apple potrebbe addirittura pensare di proporre modelli differenziati di iPhone, con caratteristiche dedicate per ogni tipologia di clienti.

In questa ottica, la flessibilità dell’interfaccia e l’architettura del software di iPhone possono costituire un valore aggiunto formidabile ed un’opportunità senza precedenti per Apple.
I latini dicevano che “in medio stat virtus“: potrebbe essere il futuro vincente della mela nel mondo della telefonia mobile…

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