Personalmente non credo che [l’iWatch] sia la prossima rivoluzione. Sostituire un iPhone con un terminale interattivo legato al polso è complicato. E poi dovrebbe avere un display immenso.
Un altro aspetto contro l’idea dell’Watch, secondo Hayek, è che gli orologi sono comprati come se fossero gioielli, visto che hanno una funzione estetica importante. E come i gioielli, il CEO di Swatch suggerisce che l’utenza vorrà anche cambiarli spesso, cosa che non è fattibile a priori con un iWatch. Il mondo ingioiellato nel quale vive Hayek non è forse quello dell’utente comune, ma quest’ultima limitazione sembra facilmente superabile tenendo conto delle infinite possibilità che un display flessibile può offrire, sia in termini di grafica e colori, che in termini di applicazioni.
L’opinione di Nick Hayek è comunque da ascoltare con attenzione, dato che ha lavorato in passato a stretto contatto sia con Apple che con Microsoft su temi energetici e di funzioni interattive da assegnare agli orologi. i Punti in comune fra Swatch e Apple non terminano qui: entrambe le aziende hanno un contratto di licenza sulle leghe Liquidmetal per i suoi prodotti.
Ma forse l’iWatch non è un dispositivo atto a sostituire l’iPhone. Abbiamo visto al recente MWC a Barcellona un prodotto fortemente ispirato al concetto di iWatch Apple: i’m Watch. Quest’orologio non era altro che un terminale con delle app ed alcune funzionalità condivise con l’iPhone, ma sicuramente più portatile e maneggevole di uno smartphone. L’iWatch, in questo senso, andrebbe visto piuttosto come un complemento all’iPhone, non un prodotto che miri a rimpiazzarlo. Si tratterebbe di un gadget, di un gioiello come diceva Hayek, con alcune funzionalità specifiche, la possibilità di usare alcune app , ma anche alcune limitazioni che lo renderebbero in un certo senso indipendente dagli altri dispositivi Apple.