In controtendenza rispetto al resto dell’industria, i Mac vendono più dell’anno precedente. Parliamo di un +14% di crescita contro il +31 di gennaio 2012, ma comunque abbastanza per poter considerare il business ancora solido e promettente; inoltre, sembra chiaro oramai che i rallentamenti registrati in catena di assemblaggio siano finalmente e definitivamente risolti:
Abbiamo analizzato i dati NPD domestici relativi al mese di gennaio e febbraio, i quali suggeriscono che le vendite di Mac siano aumentate del 14% su base annuale fino almeno all’inizio di marzo. Come già detto in precedenza, riteniamo che l’aumento del 14% sia guidato dai miglioramenti apportati da Apple nella fornitura degli iMac; fino a dicembre, invece, c’erano molti problemi su quel fronte. Il CEO Tim Cook ha sottolineato come le vendite di iMac fossero in difetto di circa 700 mila unità su base annuale a dicembre.
Ciononostante, Munster prevede un calo medio medio del 5% nelle vendite di Mac a livello globale, almeno fino alla conclusione del trimestre fiscale in corso. Cui si aggiunge il calo del -16% relativo al segmento iPod, perfettamente in linea con le proiezioni di Munster che parlavano di uno scivolone del -17%.
In generale il Mac è ancora una delle colonne portanti di Cupertino ma, a mano a mano che si ridimensiona, costituisce una porzione sempre meno significativa dell’intero business Apple, anche quando le cose vanno particolarmente bene. Allo stato attuale, infatti, copre a malapena il 10% del fatturato, contro il 20% di iPad e il 56% di iPhone. Giusto per inquadrare il tutto nella giusta prospettiva.