Questa rischia di diventare il tormentone dei prossimi mesi: Flash sì, Flash no. Forse è il caso di fare un po’ di chiarezza.
Una delle mancanze forse più evidenti di iPhone, ancora prima di MMS e scambio documenti Bluetooth, è il mancato supporto per Adobe Flash.
Personalmente, pur non avendo mai particolarmente amato la tecnologia Flash, giudico la sua assenza una mancanza piuttosto grave per un dispositivo così fortemente orientato alla connettività ed alla rete. Il motto del “KISS” qui obiettivamente non regge, ed infatti Adobe ha da tempo annunciato di essere al lavoro per l’implementazione di Flash su iPhone, con il beneplacito di Cupertino.
Ma secondo alcuni Apple non avrebbe mai dato il via libera ad Adobe, e addirittura si opporrebbe alla sua implementazione.
Alcune di queste voci sono piuttosto autorevoli: l’ultima in ordine di tempo arriva nientemeno che da Wired, per bocca del noto columnist Brian Cheng, secondo cui il protocollo di accordo con gli sviluppatori impedirebbe quasi esplicitamente l’uso della tecnologia di Adobe.
“An Application may not itself install or launch other executable code by any means, including without limitation through the use of a plug-in architecture, calling other frameworks, other APIs […]“
Se interpretiamo alla lettera questa (ma anche altre parti della licenza), molte delle applicazioni già presenti su App Store non avrebbero diritto a restarvi, ma più che altro è davvero poco verosimile che una tecnologia come Flash, per complessità e caratteristiche, possa essere distribuita tramite il negozio virtuale e dunque sottostare alle sue regole.
Altri osservatori, poi, hanno sottolineato come la vicenda di Adobe possa ricordare quella di TomTom, che aveva annunciato il suo navigator per iPhone, per poi lasciare cadere l’annuncio nell’oblio.
Le due situazioni, tuttavia, presentano diversi elementi che non le rendono paragonabili.
Se, da un lato, Apple potrebbe avere interesse a “lasciare fuori” TomTom, per magari proporre una soluzione concorrente “fatta in casa”, non si sa quali potrebbero essere le alternative a Flash, visto che è difficile che gli venga preferito l’unico altro concorrente (che poi così concorrente non è…), ovvero quel Silverlight che fanno su al nord, a Redmond.
L’ipotesi più probabile, la chiave di lettura forse più corretta, sta nella complessità del sistema Flash e nella volontà, da parte di Cupertino, di implementarlo in maniera trasparente e aderente allo spirito tecnologico di iPhone. La coerenza nell’architettura software del melafonino, non dimentichiamolo, è alla base di alcune delle sue caratteristiche peculiari. L’impossibilità di eseguire codice in background, pur essendo una scelta criticata da alcuni, è un esempio lampante della filosofia che Apple pretende essere alla base di tutto ciò che viene eseguito sul dispositivo.
E’ in questa ottica che va letto l’eventuale “braccio di ferro” tra Apple e Adobe, una trattativa che segue di pari passo lo sviluppo di Flash per iPhone e che, verosimilmente, porterà ad un prodotto fortemente integrato con OS X Mobile ed aderente alle sue regole, oltre che, con tutta probabilità, distribuito attraverso un software update e non tramite App Store…