Tanta, tanta incertezza. E poca fiducia.
In tempo di crisi non è una novità, ma Apple sembra ora subire più che nel recente passato le difficoltà del mercato. La condotta del management di Cupertino, poi, non aiuta a fugare i dubbi degli investitori: “L’azienda aveva la responsabilità di informare gli investitori sulle ripercussioni sull’attività del board dei problemi di salute di Steve Jobs” dice Ryan Jacob, capo di uno dei fondi di investimento più attivi sul titolo AAPL, che aggiunge “il silenzio non aiuta a conquistare la fiducia degli azionisti“.
Questo il contesto in cui, domani, Cupertino annuncerà i risultati fiscali, il primo meeting senza Steve Jobs dal 1997: una sorta di resa dei conti, attesa dagli azionisti e da tutti gli osservatori di Wall Street, per avere conferme sull’andamento dell’azienda e trarre indicazioni sul futuro prossimo del mercato.
Le previsioni degli analisti non sono troppo rosee per le vendite dell’ultimo trimestre, soprattutto nel settore dei personal computer; Apple ha spesso smentito questo tipo di previsioni, dimostrando trimestri record a ripetizione, ma sembra che in questo inizio di 2009 la congiuntura possa arrivare pesantemente anche nella Silicon Valley.
Ci vorrebbe fiducia, per Cupertino, e la strada per conquistarla passa necessariamente per un nuovo corso di trasparenza: molti riponevano le proprie speranze sul pragmatismo di Tim Cook, reggente fino a giugno, ma i primi segnali non sono confortanti.
Un dato su tutti: secondo quanto annunciato da Steve Dowling, portavoce di Cook, per la prima volta dopo diversi anni Apple non proporrà uno streaming in diretta (né audio, né video). Solo gli azionisti potranno porre domande, ed addirittura i giornalisti saranno ammessi solo in una stanza separata per seguire l’incontro in videoconferenza, senza possibilità di intervenire.
Ci vorrebbe trasparenza, dicevamo: per ora si nota solo un ulteriore, inspiegabile, arroccamento.