La bomba alla fine è scoppiata, e stavolta scommettiamo che ci saranno conseguenze. Nelle scorse ore, Fortnite ha aggiunto una nuova opzione di pagamento diretto nelle sue app per iOS e Android; una mossa che consentiva agli utenti di eludere le regole imposte da Apple e Google, e che infatti ha portato all’epurazione dell’app da App Store e dal Play Store.
La regola 3.1.1 dell’EULA che accettano gli sviluppatori su App Store recita:
“Se desideri sbloccare feature o funzionalità all’interno della tua app (per esempio: abbonamenti, monete elettroniche, livelli di gioco, accesso a contenuti premium, o sblocco della funzionalità completa), devi utilizzare l’acquisto In-App. Le app non possono usare propri meccanismi per sbloccare contenuti e funzionalità, inclusi chiavi di licenza, marker di realtà aumentata, QR code, etc. Le app e i loro metadati non possono includere pulsanti, link esterni o altre call to action che dirigano i clienti a meccanismi di acquisto diversi da quelli In-App.”
Tradotto in soldoni: Apple pretende una percentuale su tutti i ricavi generati da tutte le transazioni a pagamento sul proprio App Store; un obolo fisso che serve a ripagare i costi degli investimenti fatti, e a mantenere in salute l’ecosistema. L’opzione di pagamento diretto di Fortnite è disponibile in una miriade di paesi, inclusa l’Italia e come era prevedibile, ha costretto Apple e Google a rispondere con una rimozione d’ufficio di Fortnite dai rispettivi bazaar software.
“Oggi” scrive Apple in un comunicato stampa, “Epic Games ha preso la spiacevole decisione di violare le linee guida dell’App Store che vengono applicate egualmente per ogni sviluppatore e progettate per mantenere lo store sicuro per gli altri utenti. Pertanto, l’app Fortnite è stata rimossa dallo store.”
Ma si tratta di una provocazione, e la volontà di arrivare allo scontro è evidente. Per tutta risposta, infatti, Epic Games ha fatto causa a Google e Apple parlando esplicitamente del “gigante che cerca di controllare i mercati, bloccare la competizione e soffocare l’innovazione” imponendo “pratiche anti-competitive” e usando “pratiche monopolistiche nei mercati.” E per spiegare le ragioni di questo scontro frontale, Epic Games ha pubblicato perfino una pagina di FAQ e il video che vedete qui di seguito. Una parodia del famoso spot 1984 di Apple, rivista e corretta per trasformare la mela nell’oppressore, con l’invito a “unirsi per impedire che il 2020 diventi il 1984.”
La tempistica di questi eventi è tutt’altro che casuale. Ultimamente Apple era finita nel mirino delle autorità antitrust USA e UE proprio per la gestione di App Store e di Apple Pay. E c’è da scommettere che stavolta, come dicevamo all’inizio, ci saranno conseguenze.