Dopo mesi di trattative e voci di corridoio (per un attimo si era pensato che perfino Apple fosse tra i contendenti), la vendita di ARM è andata in porto. È ufficiale: SoftBank l’ha venduta a Nvidia.
I processori ARM sono presenti in tutti i prodotti Apple, e presto perfino nei Mac, oltreché su un numero gigantesco di cellulari, tablet, televisori, dispositivi mobili, smart speaker e così via. Ciò ha reso ARM di fatto il principale produttore di chip al mondo, superiore per diffusione e giro d’affari anche ad Intel ed AMD.
Era stata acquisita da SoftBank 4 anni fa per 32 miliardi di dollari, una cifra ritenuta eccessiva dagli osservatori, e negli ultimi tempi era tornata sul mercato per ripianare i debiti della casa madre dovuti a cattivi investimenti.
In molti, anche su queste pagine, ritenevano Apple l’acquirente più degno e interessato, tanto più che la liquidità per portare avanti l’acquisizione non le mancherebbe. Ma la verità è che Cupertino, già sotto il fuoco incrociato delle autorità Antitrust di diversi paesi del mondo, non desidera accentrare ulteriormente le attenzioni su di sé.
È evidente infatti che possedere ARM la relegherebbe in una posizione dominante, anche se continuasse a perseguire la politica di cessione delle licenze a titolo FRAND, cioè con termini equi, ragionevoli e non discriminatori. Si può dire anzi che, contrariamente alle aspettative, non possedere ARM sia una mossa strategica per Apple.
Anche Nvidia infatti ha dovuto fornire garanzie specifiche sulle modalità con cui erediterà e imposterà il business di ARM. Il che significa che, per il futuro a breve e medio termine, non cambierà assolutamente nulla per Apple e i suoi competitor.
ARM diventa sempre più importante -diremmo insostituibile- per l’intera industria, e ora che anche i Mac adotteranno processori basati sulle loro tecnologie, la strada è definitivamente segnata. L’acquisizione è stata conclusa per una cifra superiore ai 40 miliardi di dollari.