Quanta differenza può fare una singola “s”?
Legittimo quesito se si parla di iPhone, e della piccola lettera che distingue il modello introdotto nel 2008 e quello di quest’anno.
Una lettera scelta, a detta di Apple, per sottolineare l’incremento di velocità (“speed”, in inglese) e prestazioni del nuovo sul vecchio.
Processore più potente ed efficiente, più memoria RAM, un sistema operativo tutto nuovo e maggiormente ottimizzato per l’hardware: questa la ricetta pensata per continuare la striscia di successi iniziata nel 2008, tentando di convertire sempre più utenti, di Nokia, di HTC, di Blackberry, alla filosofia della mela.
E dire che, guardandolo da fuori, iPhone 3GS è quasi indistinguibile dal predecessore. Un unico, insignificante particolare, differenzia i due: la scritta iPhone leggermente più evidente.
Ma, sotto il cofano, c’è molto di più…
Prestazioni
Già alla prima accensione, tuttavia, si capisce subito che qualcosa è cambiato. La velocità di boot è drasticamente aumentata: ora occorrono circa 20 secondi, meno della metà rispetto al passato.
Il caricamento e la fluidità delle applicazioni più esigenti in termini di capacità di calcolo, come alcuni giochi, è su un livello decisamente diverso: in passato voler passare un po’ di tempo giocando a Xplane significata investirne una buona parte tra lanci e caricamenti vari, mentre ora è tutto più rapido.
Senza andare a scomodare inutili elenchi di megahertz, basta pensare che questo sottile smartphone ha sotto il cofano circa la stessa potenza del primo Powerbook G4 Titanium, un personal computer sì vecchio di 9 anni, ma a suo tempo principale punto di riferimento della sua categoria per prestazioni.
Batteria
Tutta questa forza farebbe temere un drastico calo dell’autonomia, già non eccelsa nella precedente versione: le nostre prove dimostrano che non è così, per quanto si sia ancora lontani dalle prestazioni ideali.
Facciamo qualche esempio pratico: prima che compaia il primo avviso di batteria scarica (20% di carica residua), è possibile giocare a Real Racing per circa 2 ore e mezzo, oppure guardare filmati precaricati per tutta la durata di un volo di media distanza. O, ancora, ascoltare musica per un pomeriggio intero.
Ciò che, tuttavia, fa più “male” all’autonomia è l’utilizzo della connettività: attivare la tecnologia Push significa sostanzialmente rinunciare ad un buon 40% della durata. Da sottolineare che la performance può variare notevolmente a seconda dell’operatore, Vodafone, Tim o 3, utilizzato. La durata maggiore si ottiene con Vodafone in GPRS, con TIM (EDGE) il calo è già vistoso e si accentua quando si inserisce una scheda 3 e si deve tenere giocoforza attivo il 3G.
In un utilizzo solo medio (chiamate, SMS, email), un utente Vodafone si avvicina ai 2 giorni di standby, un cliente TIM arriva con una certa tranquillità alla prima notte, mentre chi ha scelto 3 arriva con un po’ di affanno alla sera.
Da sottolineare che l’uso del WiFi non è particolarmente penalizzante per l’autonomia, mentre lasciare attivo il Bluetooth danneggia più di quanto si potrebbe pensare.
Siamo, dunque, di fronte ad un piccolo passo avanti rispetto al “vecchio” iPhone 3G: ciò è positivo, ma ancora insufficiente per garantire un utilizzo continuativo di tutte le feature del melafonino.
Ciò che ci è piaciuto
Ci sono dettagli che fanno la differenza, caratteristiche che non pensavamo di avere bisogno, ma che si rivelano novità davvero ben gradite.
Una di queste è il display oleofobico: eravamo ormai abituati a vedere lo schermo di iPhone 3G “impiastricciato ben bene ogni sera, ed eravamo convinti che non ci fosse molto da fare. L’utilizzo di questa sottile pellicola che sfavorisce l’attacco dello sporco si è rivelata fondamentale: i residui sul display di iPhone 3GS sono decisamente inferiori al passato, e rimuovere quello che comunque si attacca è decisamente più semplice.
Anche la nuova fotocamera con la funzione tap-to-focus ci ha favorevolmente colpito: l’incremento della qualità degli scatti ottenibili è sensibile, e la funzione video riesce a sfornare filmati notevoli per quello che in fondo è solo un telefonino.
La bussola integrata, poi, è una aggiunta che nessuno desiderava, ma che si rivela piuttosto utile: senza pensare alle potenzialità dell’augmented reality, già avere le mappe di Google orientate geograficamente è un sensibile aiuto per non perdersi in città sconosciute.
Continuando, infine, quanto detto sopra circa le prestazioni, va sottolineata la maggiore fluidità degli effetti grafici e dell’interfaccia in generale: complice soprattutto il raddoppio della memoria RAM, l’esperienza per l’utente è ora decisamente migliorata. Ne beneficiano soprattutto la navigazione con Safari Mobile (lo scrolling ed il rendering delle pagine è ora molto più veloce) e le transizioni alla visualizzazione landscape nelle applicazioni che la supportano.
Cosa non ci è piaciuto
Difficile trovare difetti nell’hardware del melafonino: della batteria abbiamo già detto, e pensiamo che sia il vero unico handicap di iPhone 3GS, assieme ad una caratteristica dovuta all’aumento delle prestazioni: se si chiede molto al processore, infatti, iPhone 3GS tende a disperdere parecchio calore. Questo è evidente soprattutto con applicazioni impegnative, come i giochi graficamente più complessi.
Ma ci sono altri dettagli che ci hanno lasciato perplessi, e si tratta soprattutto di fattori legati al software.
In prima battuta, continuiamo a non digerire facilmente la mancanza di un tasto fisico con cui scattare le fotografie: non sarebbe difficile per gli ingegneri di Cupertino fornire la possibilità di utilizzare magari uno dei tasti per il volume per attivare l’otturatore quando si è nella modalità foto. Questo, crediamo, aumenterebbe ulteriormente la qualità degli scatti effettuati, che ora soffrono spesso di un effetto mosso dovuto alla poco naturale necessità di premere una piccola parte del display per scattare.
Altro fastidioso inconveniente riguarda la nuova ricerca Spotlight che, purtroppo, non indicizza (inspiegabilmente) i messaggi SMS, perdendo in questo modo una importante fetta di utilità.
Ma, delle nuove feature, quella che ci ha meno impressionato è il controllo vocale: Apple ha scelto di non creare in casa questa funzionalità, ma di acquistarla da una azienda esterna. Il risultato non è esaltante, con una accuratezza decisamente non all’altezza, addirittura inferiore ad altre implementazioni dello stesso prodotto. Per fare, ancora una volta, esempi concreti, il confronto con Nintendo DS e Blue&Me vedono iPhone in posizione di rincorsa: tanto la console tascabile quanto il sistema multimediale implementato da Fiat sulle proprie automobili sono su un livello decisamente superiore, mentre su iPhone, quando chiediamo brani di De Andrè, ci viene irrimediabilmente proposta una playlist dei GreenDay.
Il test continua
I nostri test dell’iPhone 3GS non finiscono qui: nelle prossime settimane vi renderemo conto in modo ancora più approfondito delle caratteristiche del nuovo melafonino.
Parleremo delle prestazioni della fotocamera, vi mostreremo i video che è in grado di catturare e molto altro.
Se avete qualche dubbio da fugare su iPhone 3GS, perché non ci scrivete? Verificheremo sul campo le vostre curiosità e ve lo riporteremo.
Stay tuned!