In una interessante intervista condotta da CultofMac, il guru dei datacenter Rich Miller viene interrogato sul centro di calcolo che Apple si appresta ad aprire in North Carolina. Nessuno sa ancora a cosa serva esattamente, ma secondo l’esperto la risposta può essere una solta: cloud computing.
La domanda che tutti si erano posti, tempo addietro, era se Apple ha bisogno di questa infrastruttura per dar man forte ai servizi esistenti, oppure per crearne di nuovi e se sì, di che tipo. Miller a riguardo è molto preciso:
Il Cloud Computing va moltissimo e non mi sorprenderebbe sapere che Apple sta lavorando duramente – e ripensando in modo diverso – al Cloud Computing. […] Le società in procinto di costruire i data center più grandi sono quelle che hanno le ambizioni più grandi nel Cloud.
E la server farm che Apple sta costruendo è imponente, enorme: si parla di 45.000 metri quadri a completamento dell’opera che la qualificano come una delle più grandi al mondo. Il metro di misura, tanto per capirci, sono le infrastrutture di Google.
Come noto, la scelta è ricaduta sullo stato del North Carolina poiché offriva condizioni nettamente migliori, parecchi incentivi e soprattutto un costo dell’elettricità sensibilmente inferiore. Apple ha argutamente messo in competizione North Carolina e Virginia per riuscire a strappare le offerte migliori, il che rappresenta una strategia consolidata e piuttosto popolare nel posizionamento dei data center. Infine, il fatto che Cupertino abbia optato per una zona rurale lascia credere che siano più concentrati sul contenimento dei costi e sulla scalabilità più che sulla connettività. E ciò, conclude Miller, rafforza ulteriormente la teoria dei servizi Cloud.