I ritardi introdotti dalla pandemia hanno costretto Apple ha affidarsi a formule molto costose e atipiche di trasporto per iPhone, iPad e Mac. Tutto per evitare di limitare il più possibile i fastidi per gli utenti.
La scoperta l’ha fatta The Information pubblicando un interessante articolo in cui si raccontano gli escamotages adottati da Cupertino per tentare di tamponare i contraccolpi della situazione sanitaria mondiale. Grazie all’impiego di “misure poco ortodosse e molto costose” come navi cargo, container, jet charter privati e così via:
“Per esempio, l’anno scorso Apple ha iniziato a consegnare alcuni AirPods via mare per la prima volta. Nel terzo trimestre, la società ha aumentato parecchio il trasporto su mare per i vecchi iPhone, che sono meno urgenti, per far spazio ad iPhone 12 sui cargo aerei.”
Ma il trasporto via mare può portare a rischi inconsueti per la mela. Ad esempio, lo scorso novembre, un bastimento proveniente dalla Cina e diretto in California ha riversato in mare circa 1.800 dei suoi container, e almeno uno di essi conteneva cuffie Beats.
Solo durante l’anno scorso, record assoluto per Apple, sono stati impiegati oltre 200 jet privati per consegnare telefoni e tablet:
“In passato Apple si è rivolta frequentemente ai jet charter privati per consegnare i suoi prodotti fuori dall’Asia quando i partner della logistica erano fuori capacità a causa della priorità data ai passeggeri. L’anno scorso, Apple ha dovuto avvalersi di oltre 200 jet per le consegne, segnando un nuovo record per la società […]. A mo’ di paragone, basti pensare che prima del lancio di iPhone 7 nel 2016, Apple si avvalse solo di tre aerei charter per i dispositivi […]”
E per accelerare ulteriormente le cose, Apple sta sfruttando i suoi Apple Store come piccoli centri di smistamento da cui avviare le consegne dei prodotti venduti online. Ciò consente ai vettori di ritirare e consegnare i prodotti in giornata, all’interno della stessa città.
E sebbene la maggior parte dei prodotti in Apple Store e Apple Store online sia disponibile con tempi di consegna ragionevoli, tutti gli eventuali e inevitabili ritardi vengono scaricati sui partner retail, in ordine di importanza. Dopo i canali Apple, vengono gli Apple Premium Reseller, poi le grandi catene e soltanto alla fine il negozietto sotto casa che -come se non bastasse la pandemia- si ritrova con liste d’attesa di oltre 1 mese.