I piani di “riportare a casa” le produzioni Apple, rimpatriandole in suolo statunitense, potrebbero avere vita breve, almeno a giudicare dall’aria che tira attraverso i vari produttori di componenti in Cina.
Secondo gli ultimi rapporti la maggior parte dei fornitori e dei produttori non sarebbe disposta, eventualmente, a seguire Apple negli USA. La testata cinese qq cita aziende come Lens Technologies, un produttore di vetri per iPhone, che non vedono alcun beneficio nel portare stabilimenti industriali negli USA.
Naturalmente in cima alle motivazioni ci sono i costi aumentati: non solo la manodopera sarebbe più costosa ma gli operai dotati dei giusti set di abilità sarebbero anche più difficili da reperire. Gran parte di questi sono inoltre riluttanti ad accettare orari flessibili basati sull’aumento o alla diminuzione della domanda di componenti.
Questo però non è l’unico motivo. Secondo altre aziende sarebbe impossibile riprodurre l’intera catena di fornitori che, in Cina, offre tempistiche drasticamente più basse per la reperibilità dei componenti. Ottenere nuove stampe di componenti metallici come cover, per esempio, a Shenzen non richiederebbe più di 10 giorni, mentre negli USA occorrerebbe attendere almeno un mese.
Queste voci si aggiungono alle precedenti che speculavano su alcune trattative tra Apple ed i suoi principali fornitori, con l’idea di portare negli Stati Uniti, appunto, la produzione dei vari dispositivi dell’azienda.
In tale occasione Pegatron avrebbe rifiutato di prendere in considerazione una simile evenienza mentre Foxconn si sarebbe detta d’accordo. Nonostante le promesse del nuovo presidente eletto Donald Trump di offrire incentivi fiscali ricondurre in patria le produzioni Apple potrebbe essere più difficile del previsto.