Ora che il debutto del nuovo servizio di streaming musicale di Apple si avvicina, sul Web fanno capolino le prime indiscrezioni su funzionalità, prezzi e tipologie di abbonamenti che saranno disponibili. Ecco tutti i dettagli.
[related layout=”big” permalink=”https://www.melablog.it/post/155744/il-servizio-di-streaming-musicale-di-apple-nelle-mani-di-trent-reznor”]Trent Reznor dei Nine Inch Nails starebbe preparando il servizio basato su Beats Music.[/related]
Il costo mensile dell’abbonamento dovrebbe ammontare a 9,99$ e dunque a circa 9,99€ qui da noi, SIAE permettendo. Purtroppo non saranno previsti piani gratuiti o freemium come su Spotify, ma in compenso saranno resi disponibili diversi modi per fruire gratuitamente della musica.
In particolare, Cupertino ha intenzione di offrire un periodo di prova gratuita del servizio, della durata di due o tre mesi, dopo il quale partiranno gli addebiti. L’ampiezza di questo lasso di tempo dipenderà dall’esito delle negoziazioni con le etichette.
E poiché l’unica opzione disponibile è a pagamento, Apple ha in programma l’aggiornamento contestuale di iTunes Radio, con tante nuove stazioni curate da specialisti del settore e contenuti locali. E intendiamoci: non sono le Major a rinnegare il modello supportato da pubblicità. È Apple che sta tentando di convincerle che, con la sola pubblicità, si guadagna troppo poco.
Come dire, invece di offrire un servizio gratuito ma modesto, che quindi non inciderebbe più di tanto sugli equilibri di mercato esistenti (anche perché, per una volta, Apple è arrivata tardi), meglio sparare subito i colpi di cannone, con un prodotto di fascia alta e ricco di feature.
Inoltre, la mela sta sta spingendo per convincere autori e musicisti a caricare online alcune delle proprie opere, quelle più significative, così da renderle disponibili anche per chi non è iscritto. Qualcosa tipo SoundCloud, per intenderci, la piattaforma di condivisione della musica per farsi conoscere dal pubblico.
Vedremo se queste benedette trattative si concluderanno e come; sono anni che vanno avanti, tra tira e molla e stagnazioni, e ora, a complicare ulteriormente le cose, ci si mettono pure FTC e Dipartimento di Giustizia negli USA e Commissione Europea qui da noi. Il tempo però stringe.