A forza di ispirarsi allo stile della Mela, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi si è beccato una bella denuncia dal Codacons. Esito surreale di una ancor più surreale situazione, di quelle che possono accadere solo da noi.
[related layout=”big” permalink=”http://www.polisblog.it/post/374090/renzi-e-il-suo-matteorisponde-su-facebook-del-28-aprile-2016-video”]Durante il #matteorisponde Renzi ha parlato un po’ di tutto in compagnia di due ospiti: il giornalista Riccardo Luna e il governatore delle Campania Vincenzo De Luca[/related]
Probabilmente avrete già sentito parlare del #matteorisponde, lo spazio dedicato al confronto tra il Premier e i suoi sostenitori; si tratta di una diretta in cui tocca argomenti molto vari, con tanto di infotainment, ospiti tipo De Luca e talvolta addirittura questioni di politica. In questi suoi interventi online, compare sempre dietro un portatile Apple: la mela brilla sullo sfondo scuro, ed è impossibile non notarla.
Purtroppo l’hanno notata pure quelli del Codacons, che ora annunciano battaglia con un esposto all’Antitrust. “Finora Matteo Renzi si era impegnato a pubblicizzare, specie all’estero, le aziende italiane promuovendo le eccellenze del nostro paese”, scrive l’associazione per la tutela dei consumatori. “Ora il Premier sembra aver cambiato rotta, scegliendo di sponsorizzare un noto marchio americano della telefonia e dei computer: la Apple.” E dunque: “Renzi è apparso seduto ad una scrivania davanti ad un PC portatile, mostrando in bella evidenza in video il logo della mela, che individua in modo diretto l’azienda statunitense Apple”, argomenta il Presidente del Codacons Carlo Rienzi, candidato sindaco di Roma. “Ci chiediamo se la scelta del Presidente del Consiglio possa rappresentare una forma di pubblicità occulta, ancor più grave se si considera la provenienza istituzionale del mega spot alla società di Cupertino”.
Certo è che il logo si poteva -e forse si doveva- coprire come spesso avviene in televisione, ma è probabile che la scelta di tenerlo in bella vista sia stata funzionale all’immagine e alla narrazione del Premier, che è quella di un giovane rampante, contemporaneo, avvezzo alla tecnologia, social e sempre connesso (tramite iPhone, ovviamente), perennemente on the move, alternativo alla classe dirigente di cui tuttavia sembra diretta emanazione.
Ottica da cui non si discosta neppure la risposta da vecchio che tenta di imitare il vernacolo giovanile:
Sì, ho un Apple. Se vi tappo la mela, in senso metaforico, non è che cambia chissà che cosa. Datevi una ‘tranquillata’ eh su. Uno ha un computer e lo usa. Non è che può subito immaginare ‘ah schiavo delle lobby!’ Eh daje.’ ‘eh daje’ senti come parlo”
Dimenticando che un pubblico ufficiale, a maggior ragione se nell’esercizio delle sue funzioni, dovrebbe rispettare il divieto di pubblicità occulta, che nasce per tutelare la concorrenza tra produttori e imprese. E intendiamoci, probabilmente fa bene Renzi a minimizzare: sembra di assistere ad una battaglia contro i mulini a vento che si sarebbe potuta evitare con un po’ di buon senso. Lo stesso buon senso che avrebbe dovuto suggerirgli di occultare quella mela.
Ma è proprio lì, il problema: l’esercizio del buon gusto civico e del buon senso politico. Ci risparmieremmo tanti di quei tormentoni surreali, se solo fossimo un filo più accorti, e chissà, magari si parlerebbe pure di problemi veri.