Per un motivo o per l’altro, Apple sembra non avere un buon rapporto con i videogiochi appartenenti alla categoria “battle royale”. Allo scontro nelle aule di tribunale con Epic Games (e ci sono importanti novità per il ritorno di Fortnite su iPhone e iPad) si aggiunge ora la schermaglia con Krafton, il team dietro PUBG.
Come riportato da Reuters, la società sudcoreana ha citato in giudizio Apple, Google e Garena per due giochi che avrebbero fin troppo in comune con il suo PlayerUnknown’s Battlegrounds. I “cloni” in questione sono Garena Free Fire e Garena Free Fire Max, disponibili anche per il mercato italiano.
Secondo Krafton, Apple e Google hanno distribuito centinaia di milioni di copie dei giochi Free Fire. L’accusa afferma che Garena ha generato oltre 100 milioni di dollari di ricavi dalle vendite di Free Fire negli Stati Uniti nei primi tre mesi del 2021.
Le caratteristiche di PUBG che Garena avrebbe preso in prestito non sono poche, secondo il team di sviluppo.
Free Fire e Free Fire Max copiano numerosi aspetti di Battlegrounds, tanto individualmente quanto in combinazione. Tra questi l’esclusiva funzione “air drop” ad inizio partita, la struttura del gioco, le meccaniche di gioco, le combinazioni e la selezione di armi, armature, oggetti e luoghi. Ma anche la scelta generale delle combinazioni di colori, materiali e texture.
Apple e Google avrebbero dunque contribuito alla diffusione di due titoli che Krafton descrive come palesi cloni di PUBG. I due giganti tech vengono accusati di non aver preso alcun provvedimento contro Garena, che nel frattempo ha conquistato milioni di giocatori e fatto cassa.
Quali le conseguenze dell’azione legale di Kfraton? Saranno confermate le violazioni del copyright sopra descritte? Si attendono aggiornamenti, ma il tutto potrebbe risolversi anche in un accordo tra le parti, come accaduto nel 2019 tra Krafton e NetEase.