Da qualche giorno ha fatto la sua comparsa sul Web un altro strumento per il jailbreak di iPhone con firmware 2.0.2, 2.1 e 2.2 diverso dagli illustri Pwnage Tool e Quickpwn sviluppati dal Dev Team. Si chiama Pusher, ed è un metodo che sta sollevando parecchie polemiche sul Web.
Pusher è sviluppato da Rip Dev, gli autori del famoso – e ora un po’ dimenticato – Installer.app, ma molti storcono la bocca di fronte alla loro fatica: Pusher, infatti, è un jailbreak soft, nel senso che installa Installer.app (e non Cydia, né Open SSH) sulla partizione destinata ai file multimediali. Poiché la sezione dedicata ai file di sistema non viene toccata, gli autori sostengono che la garanzia non venga invalidata e quindi sia uno sblocco preferibile a quello concorrente.
In realtà, per il solo fatto di aver eseguito un jailbreak la garanzia deve considerarsi decaduta, e anche la storia della modifica “leggera che non lascia tracce” appare poco convincente. E’ noto infatti che le modifiche apportate dal Pwnage Tool sono completamente reversibili con un semplice ripristino con firmware originale. A voler essere maligni, sembra quasi che Pusher sia una trovata per ridare spazio ad Installer.app, il che è un controsenso per il semplice fatto che quest’ultimo offre soltanto l’8% delle applicazioni installabili attraverso Cydia.
Il consiglio, dunque, è di preferire il software sviluppato dal Dev Team poiché offre maggiori possibilità rispetto a Pusher e garantisce un controllo pressoché totale sul proprio iPhone. Il che, a bene vedere, è il motivo per cui uno vorrebbe eseguire un jailbreak.