Sembrava che l’accordo extragiudiziale firmato nel 2019 avesse consentito a Apple e Qualcomm di superare il questione dei brevetti, e di seppellire finalmente l’ascia di guerra. Qualcosa tuttavia è andato storto, e la querelle giudiziaria sembra tutt’altro che conclusa.
Storicamente, iPhone e iPad hanno sempre incluso modem prodotti da Qualcomm, che da una parte vendeva il chip e dall’altra incassava anche le royalties sulle tecnologie mobili. Dal canto suo, Apple contestava questa impostazione, affermando che in questo modo Qualcomm “beccava due volte”; Qualcomm, invece, pretendeva il pagamento delle licenze per intero, sostenendo che “questa è una disputa commerciale che riguarda il prezzo della proprietà intellettuale. Vogliono pagare meno del giusto valore della tecnologia di cui Qualcomm ha stabilito il prezzo nel mercato, anche se Apple ha generato miliardi nell’uso di tale tecnologia.”
I brevetti oggetto del contendere ammonterebbero erano 6, registrati tra il 2013 e il 2017, e relativi al risparmio energetico durante alcune fasi della comunicazione. Si tratta di tecnologie non fornite in licenza e soprattutto considerate non essenziali (e dunque soggette ai termini FRAND, che obbligano i proprietari a fornirli a prezzi equi).
Dopo aver sfiorato il blocco delle vendite di iPhone, tuttavia, sembrava che la situazione fosse rientrata con l’accordo del 2019. Apple, in breve, era stata costretta a cercare l’accordo in mancanza di alternative, soprattutto dopo che Intel era uscita dal business dei modem 5G per smartphone.
Senonché, solo pochi giorni fa, la Corte d’Appello degli Stati Uniti ha sentenziato che la decisione della Patent Trial and Appeal Board era sbagliata, e che uno dei brevetti contestati da Apple sia valido. Pertanto, Qualcomm ha ora facoltà di depositare nuove argomentazioni, destabilizzando così l’intesa faticosamente trovata.
La Corte ha ora rinviato la palla alla Patent Trial and Appeal Board che ora dovrà tornare a esprimersi sulla materia. Con quali effetti sulla faida dei brevetti, lo scopriremo solo nei prossimi mesi.