E’ stato calcolato che, a partire dal luglio 2008, data dell’apertura al pubblico dell’App Store per iPhone, Apple e sviluppatori abbiano perso qualcosa come 450 milioni di dollari per colpa della pirateria.
Su 3 miliardi di applicazioni scaricate sugli iPhone, secondo l’analista Toni Sacconaghi della Bernstein, un numero pari a una percentuale fra il 13 e il 21% di esse sono applicazioni a pagamento, disponibili a un prezzo medio di 3 dollari. Ora, secondo i numeri forniti dall’inventore di Cydia, Jay Freeman, ad agosto 2009 quasi 4 milioni di visitatori unici avevano avuto accesso ai suoi servizi. Si parlerebbe dunque di un numero di dispositivi “sbloccati” vicino ai 7,5 milioni (fra iPhone e iPod Touch, a questo ultimo mese di agosto).
Ascoltando le voci degli sviluppatori, Sacconaghi è giunto alla conclusione che le applicazioni a pagamento disponibili su App Store siano soggette a un tasso di pirateria molto alto, del 75% circa (che arriva fino a un 95% per i giochi 3D più costosi). Ogni 3 applicazioni pagate, 1 viene “piratata”. Facendo due conti coi prezzi medi delle app, questo significherebbe 4,5 miliardi di dollari di perdite. Ma, in questi casi, va considerato almeno un 10% 90% di profitto che non sarebbe comunque avvenuto, perché non tutti i pirati, privi della possibilità di procurarsi app contraffatte, le comprerebbero comunque. Di qui i 450 milioni di dollari di perdite totali supposti dall’analista.
Ulteriori spunti e dettagli su come Sacconaghi è giunto a questa cifra sono in questo interessantissimo articolo su 24/7 Wall Street.