Due quattordicenni statunitensi, Austin Stephanos e Perry Cohen, sono scomparsi lo scorso 24 luglio nel mare della Florida, e da allora non si è avute più loro notizie. Apple, tuttavia, potrebbe risultare essenziale per capire cosa gli sia accaduto.
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Negli 8 giorni che hanno fatto seguito alla scomparsa, la Guardia Costiera ha battuto qualcosa come 50.000 miglia nautiche nell’Atlantico, senza tuttavia venire a capo di nulla. Poi, quando le speranze sembravano ridotte a un lumicino, il mese scorso è stata ritrovata la barca dei ragazzi a 100 miglia a largo dalle coste di Bermuda; e sopra c’era l’iPhone di Austin.
Purtroppo, il telefono è stato 8 mesi a contatto con l’acqua di mare, e questo l’ha irrimediabilmente danneggiato; Apple, però, potrebbe rivelarsi determinante in questo frangente:
“Stiamo lavorando col produttore del telefono che sembra interessato ad aiutarci per riportarlo al funzionamento. Questa è la priorità assoluta, visto che il telefono di Austin è rimasto immerso in acqua salata per oltre 8 mesi. Abbiamo anche chiesto ad un esperto IT di accedere al backup iCloud ma, sfortunatamente, abbiamo scoperto che non era mai stato abilitato.”
La notizia, riportata da ABC News, va contestualizzata in un periodo storico in cui si parla molto di backdoor governative nei dispositivi degli utenti, anche se le differenze sono evidenti: in questo caso, non si parla d versioni modificate di iOS, né di violare la privacy di qualcuno. Apple sta solo cercando di riportare al funzionamento un dispositivo danneggiato. Che si spera aiuti a fare luce sull’accaduto con foto, note o coordinate GPS.