Sin dal momento del debutto, complice un marketing di prim’ordine, Siri è diventata subito una star a modo suo. Tutti sanno che può cantare da sola o in duetto, che parla molte lingue, che è dotata di un tagliente senso dello humour, e che spesso si rivela poliedrica ed intelligente. Sulla sua “personalità distinta e riconoscibile” Cupertino ha puntato tutto, anche se a onor del vero non capita di rado che prenda sonore cantonate, o che non comprenda affatto quel che le chiediamo.
Non a caso, in tutti i test di comparazione che abbiamo visto sino ad oggi (quello con Android, ad esempio, oppure quello con BlackBerry o con il sistema proprietario della DoCoMo), l’assistente virtuale di Apple se la cava mediamente sempre peggio dei concorrenti, percentuali alla mano.
Se però qualcuno chiede a Siri qual è il telefono migliore del mondo, la sua risposta è piccata ma divertente. Ecco perché, in una settore tanto vivace, non sorprende che anche l’omologo di Samsung, a parti inverse, debba gioco forza rispondere pan per focaccia.
Alla domanda “hai mai usato un iPhone, S-Voice risponde semplicemente “No, ho i miei standard.” E se qualcuno gli chiede “Sei Siri, per caso?” la risposta è perfino migliore: “Mi piace pensare di esserlo, ma forse sono un po’ di parte.” E così via, con risultati che cambiano lievemente da utente ad utente in base al contesto. Come dire, certe battaglie, alle volte, vanno ben oltre i portoni dei tribunali.