Una nuova offensiva legale si è levata in Corea del Sud contro Apple. Il problema, questa volta, è la presunta violazione di un brevetto relativo al Centro Notifiche di iOS; la soluzione con la mela, per farla breve, è arrivata in tempo sospetti e ricorderebbe troppo a quella escogitata su Android.
La questione, sembra di capire, ruota sul fatto che il Notification Center con la mela è arrivato solo dopo l’omologo di Google, e da esso sembra aver mutuato parecchie -se non troppe- caratteristiche. Ora, si potrebbe banalmente dire che è molto difficile creare un sistema di raccolta unificata delle notifiche che non somigli all’Elenco Notifiche di Android, ma allora neppure un tablet con gli spigoli avrebbe molto senso. A volte, insomma, non esistono semplicemente alternative ragionevoli ad alcune scelte progettuali.
Sfortunatamente, per il momento non sono stati resi noti ulteriori dettagli, ma qualcosa possiamo già dirla. Per esempio, che non si tratta di un brevetto SEP, cioè una tecnologia standard ed essenziale:
Con ogni probabilità non è un brevetto SEP. Chiaramente, Samsung dovrà ricostruire la connotazione dell’intera causa contro Apple, visto che la strategia SEP-centrica finora è stata un vero e proprio fiasco: ha ottenuto un intervento ingiuntivo soltanto in Corea (senza un’applicazione reale della sentenza, tuttavia, a causa del ricorso in appello pendente), e un diritto al risarcimento danni in Olanda (che però sarà probabilmente modesto). Per il resto, ha perso alla grande su vari piani negli USA e in molti paesi europei, e ha ricevuto un parere iniziale piuttosto scettico da un giudice australiano.
Curioso in ogni caso che la questione si affiorata solo ora, giacché il Centro Notifiche esiste sin da iOS 5, lanciato nel 2011. Una lentezza che induce qualcuno a chiedersi se Samsung non stia semplicemente raccattando come meglio può argomenti per fronteggiare Apple. Ma d’altro canto, i brevetti sulla Lista Notifiche di Google sono stati accettati dall’USPTO solo il mese scorso; forse i legali di Samsung volevano semplicemente essere certi di possedere una documentazione adeguata prima di passare al contrattacco.