Un paio di giorni fa fece scalpore la notizia che i prezzi della componentistica prodotta da Samsung e destinata ai gingilli iOS -in particolare i chip A6 e A6X- fossero aumentati del 20%. Oggi, con una indiscrezione ad hoc, Samsung smentisce tutto.
La notizia l’ha data il quotidiano sudcoreano Hankyoreh [qui la traduzione di Google], poi subito ripresa da The Street:
Dopo alcuni resoconti all’inizio della settimana secondo cui il gigante tecnologico sudcoreano stava alzando i prezzi dei processori d’applicazioni (AP) di Apple del 20%, un manager di Samsung Electronics ha negato tutto in un’intervista al Hankyoreh, un giornale di Seul. Il manager anonimo ha sottolineato che i prezzi vengono decisi all’inizio dell’anno e che non possono subire facilmente variazioni.
Prendiamo quindi atto delle dichiarazioni di Samsung, anche se -in tutta onestà- nessuno credeva che gli aumenti sarebbero entrati in vigore di punto in bianco e in barba ai contratti in essere; davamo tutti per scontato che la novità avrebbe riguardato il listino 2013, ma tanto meglio così. Se infatti l’aumento ci fosse stato davvero, a dire di Munster della Piper Jaffray, Samsung avrebbe certamente visto salire i propri margini lordi dell’1-2%, ma ciò avrebbe spinto Apple a cercare nuovi fornitori perfino con maggiore foga rispetto a quanto non faccia già.
In tempi recenti, infatti, la mela ha tentato di assicurarsi l’esclusiva sull’intera produzione della TSMC, e ha anche dato il via ad una serie di investimenti indiretti in Sharp, che economicamente se la passa un po’ male. Una sua chiusura, d’altro canto, sarebbe deleteria per Cupertino: significherebbe che sul mercato c’è un potenziale competitor di Samsung in meno. E ciò è in netto contrasto coi suoi piani futuri.