Parlando al Texas Tribune, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ammonisce contro i rischi di una visione “assolutistica” nei riguardi della crittografia. Pur senza entrare troppo nel merito della vicenda Apple, spiega perché a suo modo di vedere occorre trovare un compromesso tra privacy, diritti e attività di contrasto dell’illegalità.
[related layout=”big” permalink=”https://www.melablog.it/post/188912/apple-vs-fbi-snowden-le-richieste-dellfbi-sono-tutte-str”]Nuovo capitolo della vicenda che vede contrapposte Apple e l’FBI. Intervenendo (virtualmente) in una conferenza sulla sicurezza USA, l’informatore della NSA Edward Snowden ha spiegato che le richieste dell’FBI sono strumentali: non serve Apple per sbloccare un iPhone.[/related]
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È come il mandato del giudice: frugare nei dati delle persone, in determinate occasioni, è giusto e necessario. Questa la posizione di Obama, e fa l’esempio dell’aeroporto. A nessuno piace dover sottostare a tutti i controlli sicurezza, ma diamo per scontato che sia importante. Dunque l’assunto che i dati digitali possano “essere più protetti” rispetto alle altre “concessioni che facciamo” in nome della sicurezza è sbagliato.
Come risolviamo o impediamo un crimine terroristico? Quali meccanismi abbiamo a disposizione per portare a termine anche cose semplici come il controllo delle tasse se non si può accedere a nessun dato digitale? Se il governo non può entrare, tutti gireranno con un conto svizzero in tasca.
E fin qui probabilmente siamo tutti d’accordo. Il problema, però, nasce quando si ha accesso al primo telefono: chi ci garantisce che queste tecnologie non vengano usate in modi impropri o quando non necessario? La risposta non risponde. “Anche se si cominciasse con un solo dispositivo,” spiega Obama, “si potrebbe finire a usarla per ogni dispositivo. Questa è la natura di questi sistemi. È una domanda tecnica e io non sono un ingegnere software. È tecnicamente vero, ma si rischia di ingigantire la questione.”
Obama promette che farà tutto il possibile per evitare intrusioni non necessarie da parte del governo, ma ci sono delle “rinunce che occorre fare per vivere in una società civile e sicura.” La soluzione è di “creare un sistema in cui la crittografia sia la più forte possibile, la chiave la più sicura possibile e che sia accessibile dal minor numero di persone possibili, per un piccolo gruppo di tematiche che consideriamo importanti.”
Apple e i giganti dell’high-tech a stelle e strisce non la pensano così; creare un passepartout digitale per i nostri smartphone è come scoperchiare il vaso di Pandora. “Questo caso,” ha scritto Tim Cook in una lettera aperta, “è molto più che una singola indagine su un singolo telefono, per cui quando abbiamo ricevuto l’ordine dal governo abbiamo dovuto renderlo pubblico. C’è in gioco la sicurezza dei dati di centinaia di milioni di persone che rispettano la legge, stabilendo un pericoloso precedente in grado di minacciare le libertà civili di tutti quanti.”