Solo ieri, Gene Munster di Piper Jaffray spiegava che i 5 milioni di iPhone 5 commercializzati durante il weekend avrebbero potuto raggiungere cifre nettamente superiori, nell’ordine degli 8-10 milioni, se solo Apple avesse potuto contare su rifornimenti più costanti della componentistica. A quanto pare, è tutta colpa della tecnologia di display In-Cell.
Costruire schermi col digitizer (ovvero il sensore touch) direttamente integrato nel display permette di raggiungere una sottigliezza e una leggerezza maggiori rispetto alle tecniche precedenti, senza contare un risparmio risparmio sui consumi energetici nell’ordine del 10%. Tutto ciò, però, al costo di una complessità costruttiva che continua a creare molti problemi ai partner di Cupertino e, dunque, rallentamenti nelle forniture:
Apple ha utilizzato la tecnologia nel primo importante aggiornamento dell’iPhone dal 2010, così da rendere il dispositivo più snello; un attributo che ha aiutato a raggiungere il record dei 5 milioni di acquirenti in appena tre giorni. Tuttavia, produrre schermi in-cell richiede anche molta più attenzione che in precedenza, contribuendo così ai colli di bottiglia.
Si tratta di questioni oramai assodate e che col tempo, e con l’esperienza, verranno lentamente riassorbite. D’altro canto, LG e Japan Display marciano a regime da parecchio tempo; soltanto Sharp ha registrato le difficoltà peggiori, tanto che la loro produzione di massa ha avuto formalmente inizio appena due settimane fa.