Il musicista Brian Eno (tastierista dei Roxy Music e autore di brani di David Bowie, Talking Heads e U2) da 25 anni è anche un artista decisamente particolare. Ha scelto, infatti, di dipingere con la luce: per questo le sue opere sono in continuo movimento, e assomigliano più ad un brano musicale che ad un quadro. Ma questi allestimenti, a differenza della musica, non li potevate fruire a casa.
Fino ad ora, perché grazie alle tecnologie di Apple qualcosa è cambiato. Scoprite cosa in questa nuova, bellissima, case history…
Eno ha scoperto come mostrare circa 77 milioni delle sue sculture di luce a casa nostra. Grazie ai tecnici, e alla partecipazione attiva di Apple, ha creato infatti un software in grado di ricreare le sue opere lucenti sui nostri computer. Anche queste opere sono accompagnate da un sottofondo musicale casuale, generato dal sistema e mai uguale a sé stesso. L’applicazione si chiama “77 Million Paintings”.
Inizialmente l’artista ha pensato di usare una fonte di luce semplice: il televisore. Per lui, quindi, la tv non è solo una fonte di immagini, ma anche di luminosità, e a questo scopo poco indagato la vuole usare. Ha registrato le sue opere per proiettarle nei musei, ottenendo effetti scenografici con schermi molto ampi e combinati. Ma non gli bastava.
In questo modo i quadri erano solo “proiettati”, non si autogeneravano come desiderava. “La cosa che faccio quando lavoro generativamente è creare dei semi”, racconta Eno, “Poi li pianto, nel vostro computer nel caso di 77 Million Paintings”. Per ottenere le competenze necessarie si è rivolto al grafico Nick Robertson, e allo specialista del video digitale Jake Dowie. La scelta del team è ricaduta sull’uso dei Macintosh: “Per me è difficile pensare come avrei potuto lavorare senza un Mac”, afferma Eno, “Sono molto felice dell’interfaccia: la mia relazione con il computer è quello che conta per me, e credo sia semplice avere una relazione fluida e piacevole con un Mac”.
Andando nel tecnico, il team ha sfruttato un Power Mac, un iMac, degli Apple Cinema Display. Trecento opere di Eno, la maggior parte realizzate a mano, sono state digitalizzate tramite uno scanner, e ritoccate con Photoshop, per reinserire linee realizzate manualmente nella perfezione del contesto digitale. Ogni immagine è stata rielaborata da Robertson per più di un anno, considerando anche l’inserimento delle trasparenze.
Una volta realizzate le immagine, a Dowie è toccato il processo evolutivo, per farle vivere autonomamente sullo schermo del computer. Per questo è stato usato Macromedia Director. “Quello che Brian desiderava era essere certo che il risultato finale fosse arte, e non uno screensaver” afferma Dowie “Per questo l’obiettivo era quello di prendere le immagini e realizzare routine molto semplici che le mettessero casualmente sullo schermo pur conservando un’alta risoluzione. Il tutto senza sovraccaricare il processore. Abbiamo dovuto provarci molte volte, ma alla fine abbiamo trovato una soluzione”. Nella versione finale l’opera mostra da una a quattro immagini simultaneamente, in formato jpeg, alle quali si sovrappongono file png con trasparenze.
Il sottofondo musicale, invece, è stato registrato con Logic Pro “Logic è uno strumento versatile, flessibile e stabile. Ogni volta scopro nuove potenzialità di Logic che non conoscevo”, afferma l’artista.
Anche se il programma è stato creato come opera d’arte domestica, è stato studiato anche un allestimento supertecnologico per i musei. A Tokyo il team ha usato 24 display moltiplicati in un gioco di specchi, controllati da 57 Power Mac e iMac. Il futuro? Ora Eno vuole aggiungere interattività a 77 Million Paintings, permettendo all’utente di ricordare le combinazioni più belle. Inoltre si spera di collaborare con altri artisti, ma questa è un’altra storia…
77 million paintings può essere acquistato su DVD, ed è compatibile con Windows e Mac, per 36$.