Se in Russia ponete a Siri domande scomode a tematica gay, il modesto assistente virtuale di Cupertino arrossisce, e vi invita a parlare d’altro. Ecco il curioso “bug” dell’omofobia di iOS.
Il supporto al Russo in Siri è arrivato solo all’inizio del mese, ma è già evidente che la versione locale sia profondamente diversa da quella occidentale, almeno per quanto riguarda le domande a sfondo LGBT. Questa è la traduzione della conversazione che Alex, un utente russofono di YouTube, fa con Siri, e il problema è evidente:
Alex: “Siri, club gay nei dintorni?”
Siri: “Se potessi, arrossirei”
Alex: “Come si formalizza un matrimonio gay in UK?”
Siri: [Silenzio]
Alex: “Come si formalizza un matrimonio gay in UK?”
Siri: “Farò finta di non aver sentito.”
E così via. Fino a quando Siri non rimprovera il povero Alex di essere “troppo cafone.”
Il fenomeno è interessante e si spiega con la recente legislazione contro la “propaganda omosessuale” del paese, che ha portato a multe salate e alla censura della cultura LGBT.
Certo, c’è sempre la possibilità che Apple abbia semplicemente affidato la localizzazione in russo ad una società esterna, e che qualche programmatore particolarmente patriottico abbia infilato la parola ‘gay’ all’interno della blacklist di vocaboli taboo. Sia come sia, pare che il “bug dell’omofobia” sia stato risolto alla chetichella nelle ultime ore; così almeno sostiene la BBC. Dopotutto, era l’azione più logica da intraprendere, visto lo storico sostegno di Apple verso la causa LGBT e il recente coming out di Tim Cook. A questo punto, però, resta una curiosità: nessuno ci ha spiegato anbcora come sia potuto accadere uno scivolone simile. Sicuramente è una storia interessante.